Mazzarri vara, per lui, il nuovo 4-3-3 con i pochi “titolari” a disposizione

Troppo pochi, i titolari in campo. Un paio, non di più, i titolarissimi: l’ha inventato Mazzarri, questo termine.

Fu lui a fare la distinzione più democratica della storia della panchina: «Non esistono riserve nella mia squadra, sono tutti titolari. E poi ci sono i titolarissimi», disse.

Ecco: di questo gruppo al momento sono presenti solo Rrahmani, Natan e l’ex allievo dell’Inter, Juan Jesus. E poi Simeone, che un certo peso lo avrà eccome, e Gollini, che giocherà al posto dell’infortunato Meret nel giorno del vero debutto del Walter-bis con l’Atalanta. Osimhen, sebbene ancora fermo, è già il totem dei titolarissimi: con Spalletti era così, con chiunque sarebbe così e lo sarà anche con Mazzarri non appena avrà recuperato.
P rime prove di 4-3-3: senza dodici nazionali e senza gli infortunati Meret, Mario Rui e Demme (oltre a Osi), Mazzarri ha comunque dato immediatamente la sua impronta nuova.

Nuova innanzitutto per lui, considerandone la storica estrazione tattica, ma del resto è quello di cui aveva discusso con De Laurentiis prima di suggellare il grande ritorno. Dalla prossima settimana, però, si farà sul serio: quando Di Lorenzo, Kvaratskhelia, Olivera, Anguissa, Lobotka, Zielinski, Raspadori, Politano, Elmas, Cajuste, Lindstrom e Ostigard rientreranno alla base dopo aver chiuso gli impegni con le rispettive nazionali, allora le prove di tridente, difesa a quattro e titolarissimi cominceranno ad assumere contorni seriamente indicativi in vista del ciclo terribile. Un girone dantesco: Atalanta, Real, Inter, Juve, Sporting Braga in 17 giorni. Campionato e Champions. Fonte: CdS

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