Walter Mazzarri è felice. Distrutto ma felice: «Sono stanco, non dormo da due giorni, ma qui è sempre tutto bello, come al solito», risponde ridacchiando e strappando risate al gruppetto di cacciatori di selfie che gli scalda il cuore (azzurro) nel parcheggio dell’hotel di Pozzuoli dove ha trascorso la sua prima notte napoletana-bis, dopo aver cenato con De Laurentiis. Non un albergo qualsiasi, tra l’altro: è la casa della squadra alla vigilia delle partite. Diciamo che il mister è già andato in ritiro, sì. Poco dopo, insieme con il vice Frustalupi e il fedelissimo team manager Giuseppe Santoro detto Peppe, Beppe per Mazzarri sin dai tempi del vecchio Napoli, dell’Inter e del Torino, si fionda al centro sportivo di Castel Volturno. Due ore prima della seduta, fissata alle 14.30: arriva intorno alle 12.30 e comincia a salutare tutti i vecchi amici e i nuovi compagni d’avventura. I giocatori, la squadra, i reduci del gruppo dei campioni d’Italia dimezzato dalle convocazioni e dagli infortuni: mancano 12 alfieri internazionali, Meret e Mario Rui staranno fermi rispettivamente per tre e sei settimane a causa di problemi muscolari, e Osimhen è a letto con l’influenza. De Laurentiis invece è presente, come sempre nell’ultimo mese, ma anche discreto e molto sorridente, come forse non appariva da un po’: dieci anni dopo l’amarcord è bello per tutti, bellissimo, e i 20 gradi regalati da una Napoli più primaverile che autunnale sono la firma in calce a un quadro d’autore. Poi, si alza il sipario e si va in scena: signori, l’allenamento. Con tanto di addestramento della linea a quattro, didattica, movimenti, meccanismi: grandi classici che negli ultimi tempi erano diventati rarità. Del resto, Walter conosce perfettamente la situazione e sa bene cosa fare: lavorare e rimettere i tasselli al loro posto. Il centravanti al centro dell’attacco, il regista a fare gioco e Kvaratskhelia, quando sarà, a fare Kvara. Libero e felice nel 4-3-3 ispirato da Spalletti. Una bella normalità, meglio ancora se vincente. Fonte: CdS