De Giuseppe ( Dazn ): “Tra Garcia e la squadra non c’era feeling, era necessario cambiare”

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Alessio De Giuseppe. Di seguito, un estratto dell’intervista:
 
Che clima ha vissuto, a bordo campo, durante Napoli-Empoli?
“Possiamo dire sia stato un po’ il sunto di quel che è stato tutto il campionato sino a domenica. Non parlerei di nervosismo, quanto di poca energia e motivazione. Non c’era lo stesso entusiasmo dello scorso anno, ma questa sarebbe una banalità. Quel che non è andato, a mio avviso, è che non si è creato il giusto feeling tra giocatori e Garcia. Per esempio, quando avrebbero dovuto fare il proprio ingresso Zielinski e Kvaratskhelia, il tecnico ha provato a motivarli, ma i due nemmeno alzavano la testa… Garcia provava a spronarli ma i giocatori non rispondevano”. 
Il viaggio di Garcia a Napoli può dirsi totalmente inverso rispetto a quello di Roma. In giallorosso la chiesa andava riposta al centro del villaggio, a Napoli mantenuta…
“Non è che non ne fosse consapevole. Anche quando l’avevano intervistato, questa estate, dimostrava di aver ben presente quei concetti. Diceva che era qui per portare la sveglia, qualora i giocatori si addormentassero. La sensazione è che l’allenatore sapeva di avere un compito preciso, ma erano i giocatori a non seguirlo”. 
A prescindere dall’allenatore, si può parlare di appagamento per il gruppo squadra?
“Vincere lo scudetto a Napoli sicuramente riempie e stanca allo stesso momento. A fine stagione, tutti erano pieni di felicità ma stanchi mentalmente. Il non essere abituati comporta, forse, uno sforzo diverso. Mari Rui ci raccontava di una grande sofferenza, da casa, mentre seguiva uno Juventus-Napoli nemmeno decisivo per il tricolore”. 
Le risulta che Garcia non abbia nemmeno presenziato alla rifinitura prima della partita contro l’Empoli?
“No, sinceramente. Non credo nemmeno che fosse consapevole di dover essere esonerato. Quando la palla non entrava non mi sembrava impassibile. Ho avuto la sensazione che contro l’Empoli fosse l’ultima spiaggia anche se, al fischio finale, era chiaro non ci fossero più alternative. Al termine della gara, così come alla lettura della formazione, i fischi erano indirizzati tutti verso l’allenatore. Questo aiuta a comprendere come, ormai, non vi fosse più possibilità di accettare o perdonare nulla a Garcia”. 
Mazzarri, conoscendo l’ambiente, può essere l’uomo giusto per risollevare le sorti del Napoli?
“Secondo me, si. È colui che può riuscire, umanamente, a stimolare qualcosa di diverso nei giocatori. A prescindere dal nome del sostituto, era necessario cambiare. Walter, conoscendo anche le dinamiche della squadra, può risultare utile proprio in tal senso. La sua scelta, visto che era uno dei pochi ad accettare un contratto a breve termine, era condivisibile”. 
Come dovrà lavorare Mazzarri con gli azzurri?
“Ridare loro consapevolezza e, soprattutto, far maturare la necessità di conservare la reputazione del trionfo dell’ultima stagione. Macchiare, dopo soltanto un anno, l’impresa della passata stagione non sarebbe il massimo”. 
NapolinewsRadio
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