IL FILM. Il film azzurro, nel frattempo, continua a contemplare scene in bianco e nero: a ottobre un ex centrocampista e allenatore della Juventus, a novembre un ex difensore e vice allenatore della Juventus. Un tempo pure compagni di squadra. Da Antonio Conte a Igor Tudor, però, non è stato un attimo: il Napoli ci ha rimesso altre quattro giornate di campionato e due di Champions piene di rimpianti, ma 35 giorni dopo De Laurentiis è stato costretto a ricominciare il casting per la panchina. La brevissima e modesta era di Garcia, 136 giorni e 16 partite alla guida dei campioni d’Italia, è ufficiosamente finita. Giusto il tempo di stropicciare lo scudetto, stravolgere le certezze della squadra e firmare il lavoro domenica con l’ultima trovata: lasciare in panchina Kvara (e Zielinski) contro l’Empoli. Un avversario penultimo e in crisi rilanciato proprio come l’Union Berlino, reduce da 12 sconfitte consecutive, quattro giorni prima. Aurelio aveva già deciso di esonerare Garcia un mese fa, dopo il 3-1 con la Fiorentina, altra toscana in festa al Maradona, ma dopo aver inciampato nel garbato rifiuto di Conte, poco attratto dall’idea di saltare in corsa sul treno, ha deciso di aspettare. Fino a domenica.
LA SENTENZA. Dopo l’incontro con Tudor, tra l’altro, De Laurentiis ha anche partecipato a un convegno sullo sport con il presidente del Coni, Malagò, e il ministro dello Sport, Abodi, nella sede dell’Nctm Law Firm. «Può succedere che uno giochi contro l’Empoli appannato e in maniera impropria e improbabile, ma quella è la bellezza del calcio». Unico commento sulla situazione del Napoli. Uno solo: una sentenza. Fonte: CdS