Il Napoli, con la sconfitta casalinga contro l’Empoli, ha toccato il punto più basso della stagione con il quarto posto nuovamente a rischio.
Si è giocata, ieri a ora di pranzo presso lo stadio “Diego Armando Maradona” la sfida tra il Napoli e l’Empoli, valida per la 12° giornata del campionato di serie A. Una sconfitta per i ragazzi di Garcia maturata al 91° ma che non significa fosse immeritata, perchè gli azzurri sono parsi una “cozzaglia” con calciatori messi in campo un pò a caso.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- La vittoria rugbistica: avremo tempo e modo di parlare dei disastri estivi e autunnali in casa Napoli, adesso però soffermiamoci su un altro aspetto. La squadra ha giocato in modo disordinato e con ritmi da calcetto amatoriale, però non è possibile ad ogni gara assistere a una serie di conclusioni dalla media distanza che terminano in curva. Va benissimo che alcune qualità non siano nelle corde di certi calciatori (ecco perchè mi chiedo ad esempio perchè Rrhamani, Anguissa o Mario Rui ci provino da così lontano esponendosi a figuracce da Mai dire gol), ma non è accettabile che invece i più talentuosi possano concludere in modo così strampalato. A meno che il presidente non abbia comprato la Partenope Rugby e abbia voluto mischiare le squadre.
- Il trequartista: ieri tra il 25′ e il 45′ di Napoli-Empoli abbiamo assistito all’ennesimo obbrobrio tecnico-tattico. Infatti quella vecchia volpe di Garcia, poichè l’Empoli era ben messo in campo occupando bene gli spazi, ha pensato di spostare Politano nella posizione di trequartista. Premessa, in quel ruolo si stavano già alternando pestandosi tantissimo i piedi sia Raspadori che Elmas con risultati ad essere buoni scadenti. Ma la mossa di mettere il “giovane” Matteo (03/08/1993) lì, dopo più di dieci anni di onorata carriera a destra, mi ha ricordato la scelta di Benitez di inserire Britos terzino sinistro a Bilbao. Una cosa molto molto brutta che fortunatamente non si ripeterà più!
- La scarsa conoscenza: sta andando via Garcia da Napoli e lo sta facendo portandosi addosso quella superbia che lo ha contraddistinto durante la brevissima esperienza partenopea. E’ solo lui il colpevole? Siamo seri, certo che no (ne parleremo dopo). Ci ha messo del suo per fare e farsi male? Si. Perchè è finita la sua esperienza e ancora non ha capito quanto valido e forte fosse il gruppo (non per vincere, quello sarebbe stato difficile per tutti) per essere almeno in lotta scudetto dopo 12 giornate. Ha accettato di mettere in campo sempre Di Lorenzo, non dando mai reali chance a Zanoli (se non una volta come esterno offensivo). Ha preferito spesso Olivera a Mario Rui a prescindere e non in base all’avversario, accentuando questa distanza con una polemica inutile col procuratore del portoghese. Ha giocato col 4-3-3 solo per salvaguardare il suo posto, sapendo che Lindstrom e Raspadori rendono molto di più centralmente. Insomma sta andando via senza conoscere le caratteristiche dei ragazzi che aveva in rosa. Au revoir Rudi!!!
- Il pacco e doppio pacco: già perchè Aurelio De Laurentiis ha avuto due gravissime colpe sui risultati della squadra che pesano quasi quanto la scelleratezza tattica di Garcia. Chiariamo, non poteva proprio trattenere Giuntoli e Spalletti, nel momento in cui questi avevano deciso di andare via non avrebbe avuto senso. Però se fai un casting (o è l’ennesimo delirio dialettico?) la scelta va fatta con più criteri: economici, tattici e umani. Garcia non era il tecnico più economico (neanche il più caro ad essere onesti) sulla piazza, il suo modo di giocare “sparagnino” andava però considerato con grande attenzione dopo “la grande bellezza“. A mio avviso, però, l’aspetto più importante è il trend della carriera di un allenatore. Garcia aveva già scelto di svernare in Arabia quando il campionato era ancora anonimo ricevendo persino un esonero quasi immediato. Questo è il motivo per cui si perdono in Italia i vari De Zerbi e si lascia spazio a “Santoni” che sfruttano la loro storia per accaparrarsi una panchina. La seconda gravissima colpa del Presidente è di aver sovrastimato il proprio impatto sulla squadra post sconfitta contro la Fiorentina. Come il famoso mago Oronzo “con la sola imposizione delle mani” don Aurelio avrebbe raddrizzato la stagione ed evitato un ulteriore esborso economico. Ora i 2 milioni persi in Champions col pareggio di mercoledì siano di buon auspicio per non perderne una trentina (di mancata qualificazione) a giugno, con la scelta di un bravo allenatore di campo in ascesa.
Approfondimento a cura di Marco Lepore