Esclusiva – Bagni a “Il Mattino”: “E’ un Napoli irriconoscibile, troppo altalenante, ecco perchè”

Nel petto di Salvatore Bagni non ha mai smesso di battere un cuore azzurro. Ed è per questo che anche a distanza continua a seguire con estrema passione le gesta del Napoli. All’indomani del deludente pareggio in Champions League contro l’Union Berlino, l’umore non è dei migliori, anzi.

Si aspettava qualcosa di più?
«Onestamente pensavo che il Napoli potesse vincere facilmente  una partita del genere potesse essere quella giusta per fare anche un po’ di turnover».

E invece…
«Il Napoli ha dimostrato di non essere in un buon momento e non è riuscito a battere una squadra normalissima come l’Union che ha collezionato appena 1 punto dopo 13 partite».

Come se lo spiega?
«È sempre il Napoli a determinare le sorti delle proprie partite».

Che momento sta vivendo la squadra di Garcia?
«Troppi alti e bassi e poi qualche amnesia. Quando concedi 50 metri all’avversario tu giochi solo in 40 metri c’è qualcosa che non va bene. Giochi benissimo un tempo e l’altro lo regali. Prendi gol in contropiede contro una squadra che ci avrebbe impiegato mesi a segnarne uno. E ora si complica tutto il discorso qualificazione: non dovevamo arrivare all’ultima giornata per staccare il pass per gli ottavi. Tanto più che il girone non mi sembra affatto di ferro».

Che Napoli sta vedendo?
«Un Napoli irriconoscibile. E onestamente non so cosa sia successo».

Si spieghi.
«Alternano momenti di luce a momenti di buio e poi si accontentano in certe situazioni. Si difendono, cosa che non vedevamo fare a Napoli da anni. Lo scorso anno questa squadra creava almeno 10-20 palle gol nitide a partite, mentre contro un avversario contro l’Union ha creato troppo poco».

E ora?
«Tutto quello che verrà dopo l’Empoli ci farà capire che campionato sarà quello del Napoli. Il vero bivio arriva dopo la sosta. Domenica devi vincere per tenere le distanze, ma conterà poco».

Cosa è che non le piace di questa squadra?
«È troppo altalenante nell’arco di una partita. Non puoi passare dal primo tempo disastroso col Milan all’ottima ripresa. Ma anche contro la Salernitana: quella è una partita che devi azzannare subito, non puoi tenerla in bilico praticamente fino alla fine. Le partite vanno chiuse quando vedi l’avversario alle corde. Tutti noi vorremmo vedere più continuità all’interno della stessa partita. Sta venendo meno il Dna che aveva caratterizzato la squadra in passato: ovvero tenere in mano la partita».

De Laurentiis sta provando a farsi sentire con la sua presenza fissa durante gli allenamenti.
«Non so cosa possa aggiungere alla squadra, visto che nonostante la sua presenza il rendimento è stato sempre altalenante. Io ero abituato con Ferlaino che veniva al campo di allenamento solo il sabato prima delle gare. Ci salutava, faceva una chiacchiera veloce e ci prometteva il premio. Per noi era sufficiente quello. Dovrebbero essere altre figure a fare quello che sta facendo De Laurentiis».

Ovvero?
«Beh, prima c’era Giuntoli che era presente e nel caso riferiva la presidente. Ora manca una figura del genere».

Che effetto pensa possa avere sull’allenatore e sulla sua figura?
«De Laurentiis lì al campo è come un tutor. Non fa bene all’allenatore. I tutor li hanno le persone che sono in difficoltà. Garcia sa cosa ha in mente e cosa deve dare».

Lei ha vinto lo scudetto a Napoli: pensa che questa squadra possa sentirsi appagata dal successo dello scorso anno?
«Non ho avuto questa impressione. Vedo i ragazzi sempre con la testa nella partita».

Cosa è che non vede più?
«Non hanno più le distanze. Non vanno più a recuperare la palla alta. I ragazzi ci sono e lo hanno sempre dimostrato ma sono cambiate le dinamiche e il modo di giocare. D’altra parte non è la prima volta che prendono gol in contropiede, che mancano le distanze giuste e non recuperano palla nella metà campo avversaria».

Garcia è l’uomo giusto per continuare?
«Al momento credo di sì. Il presidente aveva già fatto qualche sondaggio in passato, ma ora Garcia deve guardare in faccia alla realtà ed analizzare per bene il problema. Lui si dice soddisfatto, ma il pubblico non lo è. Bisogna analizzare le cose che non vanno».

 

Fonte: Il Mattino

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