Il Napoli ha battuto ieri pomeriggio la Salernitana per 0-2, mettendo da parte tre punti importanti, e non concedendo quasi nulla all’avversario, come sottolinea il Corriere dello Sport. “Il campo è stato del Napoli, che alla Salernitana non ha mai consentito di avvicinarsi all’area di rigore: volendo, ci avrebbe potuto provare, ma quella sfera pareva un pallone medicinale, e con Dia a vagare in terre di nessuno e Ikwuemesi impalpabile, ci sarebbe voluto un miracolo. Garcia ha codici personali dentro i quali s’appaga, se ne è stato “basso”, ha avvertito l’aria, s’è goduto Lobotka e pure la presenza rassicurante di Anguissa, ha apprezzato la generosità di Politano e l’esuberanza di Kvara, ha percepito l’assenza totale di vibrazioni granata, in una squadra che Inzaghi ha tentato di rimodellare, ed ha fondamentalmente intuito che altro sarebbe accaduto, al primo errore. Il rischio che partite in dominio si potessero sporcare esiste sempre, nonostante non arrivino segnali ma il Napoli è rimasto se stesso, palleggio, occupazione del campo, pressione e poi, zac, quelle che si chiamano ripartenze, in realtà un comodissimo contropiede: in quegli spazi, con la Salernitana allungatasi fatalmente, è stato sufficiente ad Olivera pizzicare Tchaouna per liberare tutta l’adrenalina di Elmas, cinquanta metri in solitudine, una finta su Coulibaly e poi un tiro a giro di quelli che non trascinano sulla luna però servono per starsene in pace un pochino, evitando di guardarsi allo specchio. E comunque: anche i “bruttini”, a modo loro, piacciono. Specialmente se ritrovano il quarto posto e sentono odore di Champions”.