Federico Giunti, ex attaccante – tra le altre – del Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di 1 Station Radio sui rispettivi momenti di Napoli e Milan, reduci dal 2-2 del Maradona di domenica scorsa.
Quali effetti può avere Napoli-Milan sulle due squadre?
“Il Napoli ne esce probabilmente rafforzato. Glia azzurri sono riusciti a ribaltare una situazione compromessa nella prima metà di gara. Detto ciò, però, i partenopei sono stati bravi a crederci fino alla fine e a sfruttare qualche incertezza del Milan. Pioli ha pagato anche le assenze e il fatto di non aver chiuso il match con Musah, a fine primo tempo. Per il Napoli le prossime partite potranno essere utili a dare un po’ di continuità. Le sfide contro Atalanta, Inter e Juventus, poi, ci diranno se la squadra azzurra avrà la forza di riprendersi. Considero il Napoli una squadra attrezzata e che può tornare alle recenti ambizioni, a patto che ritorni ad un certo equilibrio nella fase di non possesso. Servirà la compattezza che, in questa stagione, è venuta a mancare. Per quel che riguarda il Milan, invece, dopo la debacle nel derby la squadra aveva conquistato diverse vittorie. I recenti risultati, però, sembrano aver messo Pioli nuovamente sulla graticola. I rossoneri dovranno riprendere il cammino intrapreso qualche settimana fa, anche se l’Udinese sarà un avversario duro da superare”.
Crede ci sia troppo disfattismo sul Milan?
“Attorno alla figura di Stefano Pioli, a volte, vengono fatte considerazioni troppo pessimistiche. Va assolutamente analizzato il percorso che il mister ha fatto con la squadra. Come ha preso la squadra, dove l’ha portata. Pioli è riuscito, in poco tempo, a dare un’identità alla squadra, conquistando anche uno Scudetto. Il Milan ha una missione ben precisa, che è quella di rafforzarsi e scovare giocatori che non sono ancora di primissimo livello. La dirigenza non può permettersi di acquistare calciatori già pronti, e deve scovare talenti che, spesso, richiedono tempo e pazienza. La conseguenza è che i risultati sono altalenanti e a risentirne è proprio il tecnico. Serve fiducia, il Milan è lì attaccato e può ancora dire la sua”.
Lobotka, che lo scorso anno era centrale nel gioco degli azzurri, è un calciatore che può ancora favorire la manovra?
“Abbiamo davanti agli occhi il gioco straordinario di Spalletti. La sua forza era quella di sfruttare le vie centrali, in prima costruzione, per poi cercare gli esterni. Oggi c’è un modo di affrontare l’avversario un po’ diverso. Lo scorso anno i centrocampisti riuscivano ad accompagnare l’azione, pur garantendo compattezza alla squadra. Era un Napoli più corto. Quest’anno, la fatica dei centrocampisti si riscontra nella tendenza a concedere dei metri tra reparto d’attacco e di centrocampo, anche se con la presenza di Raspadori si sono riviste alcune delle vecchie trame di gioco”.