Il tridente farà tris. Tre volte consecutive gli stessi uomini: Politano a destra, Raspadori a recitare da centravanti, Kvaratskhelia a sinistra. Come a Verona e con l’Union. E sia: Napoli-Milan è già cominciata prima ancora di giocare al Bentegodi e a Berlino, è la partita della verità, della svolta inseguita da Rudi e dai suoi sin dal giorno successivo alla sconfitta con la Fiorentina. Una fonte di conseguenze negative, di malumori e dispiaceri; uno snodo fondamentale che domani, alle 20.45, troverà al Maradona una sorta di prolungamento ideale. Teorico. È assolutamente pratica, però, la necessità di una notte di successo che in un colpo solo varrebbe una garanzia per Garcia e poi anche una serie di dati interessanti per le questioni statistiche: il Napoli non batte il Milan dal 25 agosto 2018 al Maradona; il Napoli non ha mai infilato tre vittorie di fila in questa stagione; il Napoli non ha mai vinto uno scontro diretto. Per il resto, beh, un paio di dubbi: Olivera soffia forte (ma amichevolmente) sul collo di Mario Rui e poi Elmas, dopo aver collezionato un tempo da mezzala a Berlino, il secondo, prova a battere Cajuste sul filo. La certezza di giornata? Anguissa tornerà in panchina. Convocato.
LE SCELTE. La rifinitura in programma oggi al centro sportivo di Castel Volturno racconterà qualcosa in più in merito ai dubbi di Rudi (di natura tattica e magari anche fisica, considerando che quella con il Milan sarà la terza partita in otto giorni): il look della squadra è quasi fatto e manca giusto qualcosa per mettere insieme la formazione migliore, la più bella possibile per la serata di gala del Maradona. Tutto esaurito, tutto in piedi ad attendere di cancellare definitivamente diavoli e streghe.
Dicevamo: in porta ci sarà Meret; linea a quattro con Di Lorenzo, Rrahmani, Natan e uno tra Olivera e Mario Rui; centrocampo con Lobotka, Zielinski e uno tra Elmas e Cajuste; e poi il tridente Politano-Raspadori-Kvara. Con Jack reduce dal gol decisivo di Berlino e in netto vantaggio su Simeone per fare il centravanti: un campionato fa contro il Milan, al posto di Osimhen, infortunato oggi come allora, lo aveva già fatto a San Siro, all’andata. Mentre in Champions e al ritorno, con Osi ancora fuori causa e in preda a questa sorta di maledizione rossonera, Spalletti scelse Simeone. Fonte: Cds