I tempi della giustizia non sono lenti soltanto in Italia. Il tribunale della Florida ha appena archiviato una denuncia di Diego Armando Maradona, morto tre anni fa, che risaliva al 2015. Era il 15 dicembre di otto anni fa quando il Pibe accusò la sua ex moglie di frode, ovvero della sottrazione di nove milioni di dollari per acquistare sei condomini a Miami. Accusa che Claudia Villafane aveva respinto al mittente. E dopo otto anni il giudice Carlos Lopez le ha dato ragione. Caso archiviato perché andato in prescrizione, non avendo i legali di Maradona fornito in questi anni prove a supporto di quella durissima accusa.
Veleni che vengono ancora sparsi in questa vicenda tragica, a pochi giorni dall’anniversario della nascita di Diego.
Lunedì 30 ottobre, un giorno da ricordare per i napoletani e per gli argentini. La notizia arrivata dalla Florida ha fatto esultare Dalma, la primogenita di Diego e Claudia, che anziché chiudersi nel silenzio ha scritto sui social «Ti amo vincitrice di processi, un orgoglio averti come mamma». Si può comprendere, in questi giorni c’è il lancio della mini serie “La figlia di Dio” che ha come protagonista Dalma, venuta due anni fa anche a Napoli per intervistare i vecchi amici di papà Diego.
La morte di Maradona, avvenuta il 25 novembre 2020 in un appartamento a pochi chilometri da Buenos Aires, non aveva interrotto l’iter giudiziario perché i tre figli avuti da altre tre relazioni – Diego jr, Jana e il legale rappresentante del minore Diego Fernando – erano subentrati al padre in questo procedimento che si è concluso favorevolmente per Claudia Villafane. Nessuna prova prodotta dai legali del Campione di aver subito una frode. Ma resta l’amarezza di uno scontro all’interno di una famiglia che unita non lo è stata mai, né per vincoli di sangue né per questioni ereditarie. Fonte: Il Mattino