The man of the match: e mica solo quello. Perché quando è finita, e non c’è più da starsene nelle milel paure di una serata difficile, Giacomo Raspadori dimostra d’essere anche altro, un uomo onesto che va oltre le apparenze e pure le statistiche: «Siamo felici di questa vittoria, che in ottica qualificazione ha un peso, ma siamo consapevoli di non essere stati brillanti, tecnicamente». Union Berlino 0, Napoli 1, con Kvaratskhelia e Raspadori che fanno tutto, costruiscono un’azione – l’unica – con cui arrivare in porta; e segnano, praticamente assieme, con un mezzo capolavoro stilistico del georgiano e l’altra metà del centravanti, cinque reti in Champions – come Bellingham, Vinicius, Haaland, Rodrygo e Alvarez, i coetanei del 2000 con i quali sta dentro la piccola storia. Però poi, coprendosi un po’ gli occhi, lasciano alle proprie spalle gli altri 97′ (recupero incluso) in cui Ronnow rimane un nemico lontanissimo, quasi inarrivabile, «dettaglio» al quale Raspadori non pensa. Ma Rudi Garcia si: «Non abbiamo sofferto quasi niente, ma non siamo stati neanche troppo pericolosi sul piano offensivo. Il primo tempo andava fatto meglio, ma era anche giusto avere pazienza e non aprirsi troppo. Poi, nel secondo siamo cresciuti. Abbiamo giocato un secondo tempo più intelligente». È la svolta del Napoli? «Ci si può fidare, sì, ho visto buone cose». Siamo una squadra che sa giocare e anche lottare.
Fonte: CdS