Il Napoli ha portato a casa una bellissima vittoria contro il Verona, sabato per la nona giornata di campionato di Serie A, mettendo un pò a tacere anche le polemiche delle ultime settimane su Garcia ed un suo possibile esonero. Il cuore pulsante del Napoli è stato senza dubbio Kvaratskhelia, che dopo 14 mesi dall’esordio in maglia azzurra, dove segnò una doppietta agli scaligeri, è ritornato proprio lì, al Bentegodi, in gol e in doppietta, come sottolinea il Corriere dello Sport. “Travestendosi da arciere, Khvicha Kvaratskhelia si è rimesso a posto con se stesso, con quella sua coscienza esagerata, con la voglia matta di stupire, di mostrare al Mondo che oltre i dribbling c’è un attaccante che ha il gol nel sangue, se il destino non gli gioca contro. Il tempo, un galantuomo, sa lenire le microferite, cancellare i rimpianti, soffocare i tormenti dell’anima: Napoli-Monza, 4-0, si stava perdendo tra i ricordi, un punticino sfocato nel suo universo, la sua prima e unica doppietta (tiro a giro, poi rasoiata dopo una serie di sterzate) quando è ricomparso Verona, il palcoscenico dell’apparizione. nacque lì, al Bentegodi, pareva uscito da un uovo, una sorpresa stellare, finte e veroniche, rete di testa e no-look spaziale per Zielinski: ma quel talento eccezionale, già infilato di diritto nel listone dei primi trenta per il Pallone d’Oro, non poteva accontentarsi della normalità. Verona-Napoli, quattordici mesi dopo, ha rievocato quel pomeriggio di Ferragosto pieno di Kvara, ha rappresentato la rivincita contro questo trimestre vagamente “banale” – un autografo, con l’Udinese – ha rispolverato la genialità evaporata in una esistenza ricca di fatica, di spostamenti, di partite e anche d’un velo d’amarezza – la sostituzione a Marassi – già strappato ma da rimuovere”.