Victor, ieri fermo, dal 2020 ha già saltato 19 partite a causa di infortuni rimediati in Nazionale

Le ipotesi – le più varie, anche le più fantasiose – il Napoli le lascia fuori dalla clinica Pineta Grande, dove Osimhen andrà a sottoporsi ai controlli; però i precedenti, ahia, quelli stanno lì, e creano agitazione. Sua Maestà, il bomber, nel suo quadriennio, si è dovuto adagiare in infermeria per i motivi più disparati in quarantuno circostanze, in pratica un anno pieno, una stagione intera, in sostanza un terzo del proprio vissuto, che rappresenta un costo dell’anima. E uno che non si è negato assolutamente nulla come Osimhen, ne ha attraversato di fasi dolorose dal 2020: l’incidente alla spalla destra con la Nigeria, poi il Covid nel periodo natalizio, la commozione cerebrale a Bergamo nella sfida con l’Atalanta; l’impatto con Skriniar a San Siro e quell’intervento interminabile allo zigomo, alla faccia, ovunque; il problema al bicipite femorale con il Liverpool, sul più bello; gli acciacchi quasi normali che però hanno tolto il sorriso a lui ma anche al Napoli, che ha dovuto arrangiarsi o comunque invocare l’aiutino degli dei. Ai quali un pensierino lieve avranno spedito anche in questi giorni, da Castel Volturno, dove sono arrivate le telefonate, le versioni, l’indiscutibile rigore della nazionale nigeriana e del ct («bisogna aver rispetto per i calciatori e per le società che riconoscono loro gli stipendi») e poi – però questa è un’altra storia – pure gli echi e gli effetti d’una vicenda privata che sta lì. È ormai un sistematico tormento la vita esagerata di Victor Osimhen, almeno fino alla prossima risonanza (magnetica).  Fonte: CdS

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