La storia di Rudi Garcia col Napoli sembrava essere arrivata alla fine, ma dopo il no i Antonio Conte si resetta ogni cosa e si ritorna al recente passato, tenendo però d’occhio il tecnico francese, che non ha mai inciso nella formazione di un suo Napoli, come sottolinea oggi il Corriere dello Sport. “Il Napoli di Garcia, nella legittimità delle scelte che vanno riconosciute ad un allenatore, ha lusingato altro, una identità mai palpabile nelle sue forme, e poi s’è ritrovata brutalmente prigioniero di conversioni inaspettate, di scelte ribelli, di star dello spessore di Osimhen e di Kvara trascinate dentro un’allergica normalità, di amnesie che hanno scansato il senso di appartenenza e la fluidità di Elmas e di Mario Rui, una torsione sui principi-chiave di un modello alterato e svuotato da quell’allegria trascinante. Ma dal momento in cui Rudi Garcia ha messo piede a Napoli, nella disarmante bellezza di Capodimonte, sono trascorsi appena 116 giorni e tra gli appunti e le pagine bianche si può sempre dare uno sguardo, per ripassare il tragitto o per lasciarsi ispirare da se stesso e ritrovarsi sorridendo dentro un Club: quello degli incorreggibili ottimisti. Da un francese a un francese, ma senza evitare Napoli”.