Una grande squadra al Maradona. Una squadra che domina dal punto di vista tattico, che comanda il gioco e che vince con merito mettendo in pratica le idee del suo allenatore. Il Napoli di Rudi Garcia? No, la Fiorentina di Vincenzo Italiano, che vola al quarto posto a -4 dal Milan capolista e porta i campioni d’Italia a sette punti dalla vetta e soprattutto a due settimane di riflessioni e di pensieri negativi. Il più importante riguarda l’allenatore, fischiato alla fine ancor più dei giocatori: Garcia sembra in confusione totale.
Garcia sull’1-2 ha tolto Osimhen, nettamente il migliore e l’unico in grado di cambiare la storia della partita, e ha spostato Kvara sulla destra. Perché queste scelte così inopportune in un momento di difficoltà?
L’allenatore, avrà molto su cui meditare e lo stesso farà De Laurentiis, costretto suo malgrado a chiedersi quale sarebbe la situazione adesso se avesse affidato il Napoli a Italiano. Sembrava il candidato più adatto, visto il tipo di gioco proposto dalla sua Fiorentina e ieri il concetto è emerso nuovamente.
Non eravamo abituati a vedere il Napoli in tale sofferenza e invece il dominio tattico della Fiorentina è stato più netto del punteggio, che passata in vantaggio con Brekalo, è mancata solo un po’ di precisione in rifinitura e al tiro, ma il fraseggio è stato da applausi.
Il Napoli si è affidato invece a qualche fiammata, lì dove c’era un’orchestra, adesso ci sono alcuni solisti che cercano di imbastire una musica comunque orecchiabile. E Osimhen, come detto, avrebbe anche potuto indirizzare diversamente la gara, ma non sarebbe stato giusto. Il calcio è pieno di partite cambiate e risolte dagli episodi, ma ieri la Fiorentina è stata troppo superiore. E Italiano ha dato una severa lezione a Garcia.