Prima che fosse troppo tardi, che il chiacchiericcio si trasformasse in eco e poi in valanga, Victor Osimhen ha tolto la maschera al più incallito dei maliziosi ed ha raccontato la sua Napoli: «Il popolo napoletano mi ha dimostrato tanto amore e gentilezza e non permetterò a nessuno di mettersi tra noi». C’era un solo modo per scacciare via qualsiasi illegittimo sospetto e quando s’è cominciato a trasformare un imprudente – o maldestro – meme in un’insopportabile traccia di razzismo, Victor Osimhen s’è impossessato della vicenda e l’ha azzerata con un post del cuore. Una storia Instagram. «Venire a Napoli nel 2020 è stata per me una decisione meravigliosa. La passione del popolo napoletano alimenta il mio fuoco». Per fronteggiare il linguaggio dei social, nella sua brutalità, non esistevano sc o rciatoie, né divagazioni: e Osimhen, intrufoladosi su Instagram come se fosse in un’area da rigore, ha saputo trovare le parole giuste: ne ha usate 129, un’enormità per un un gigante silenzioso, le ha adagiate in fila con cura, quasi scientificamente, e non s’è dimenticato niente, neppure di inviare un messaggio subliminale al Napoli, che non viene citato.
PERO’ C’ È FEDE. Questa era l’ora esatta per scendere in campo, con la fisicità che un linguaggio asciutto e romanticamente sincero, per far presa su una città ch’è la sua e per demolire le libere interpretazioni che avrebbero potuto scatenare ulteriori reazioni. Perché dopo il video su Tik Tok, sulla reazione immediata e minacciosa del proprio manager, sulle minacce di ricorrere alla giustizia, nell’atmosfera s’era diffusa una narrazione non solo fastidiosa ma anche surreale, offensiva. E dopo che persino il ministro dello Sport nigeriano s’era sbilanciato, avendo intuito, quando l’affare s’è trasformato in un allarmante intrigo internazionale, Osimhen ha scelto d’intervenire, dolcemente. «L’amore per la maglia è indistruttibile come l’orgoglio q uando la indosso . Le a ccuse contro il popolo di Napoli sono false: ho tanti amici che sono diventati parte della mia famiglia e della mia vita quotidiana. Apprezzo i nigeriani e tutti coloro che si sono fatti sentire per sostenermi ed aiutarmi. Grazie mille, ve ne sarò grato per sempre. Continuiamo a diffondere unità, rispetto e comprensione». E così si sgombera pure l’aria da qualsiasi dubbio, stracciando qualsiasi velo e pure gli equivoci d’una settimana trascorsa in una bolla tempestosa, con le foto di Osimhen in maglia azzurra sparite dai profili social, con la panchina di Lecce probabilmente decisa da Garcia pure per tutelare le umane fragilità del suo centravanti: «Perché quando c’è un po’ di stress – che arriva da fattori extra sportivi – un giocatore è più a rischio infortunio: e l’allenatore ha il dovere di pensarci».
MA IL GELO. E però, in quelle diciotto righe che appartengono al pensiero “ forte ” di Victor Osimhen, manca qualsiasi riferimento alla società, con la quale resta quel filo (?) di gelo per i due video che l’hanno turbato e per un rinnovo rimasto soltanto un’intenzione . E la ricostruzione del proprio vissuto, che parte da lontano («venire nella Città di Napoli nel 2020 è stata per me una decisione meravigliosa»), resta poi confinata dentro un sentimento collettivo e generale che coinvolge tutti, la gente innanzitutto, e che non contempla alcun cenno al club. Ma quella è un’altra storia, che avrà i suoi tempi, mentre con questa su Instagram Osimhen si risistema al centro di Napoli. Un villaggio globale, casa sua.
Fonte: CdS