Garcia ha ritrovato il sorriso: «Abbiamo messo le lancette dell’orologio sull’ora giusta». Ecco cosa è cambiato

Dopo ch’è suonata la sveglia, Garcia ha ritrovato il sorriso: «Abbiamo messo le lancette dell’orologio sull’ora giusta». Saranno state quelle del campanile, al centro del Villaggio. Oppure no, ma cos’importa?

Perché adesso, mentre s’avverte ancora il tic-toc (o il TikTok?), che poi sarebbe un ticchettio, vanno pure aggiunti i chiodi in classifica: «Vogliamo stare tra le prime quattro». Che non vuole dire non inseguire la vetta, distante ancora un bel po’, ma pensarci; e che vuol dire, a prescindere, sistemarsi tra quelle destinate alla Champions, perché Garcia ha subito memorizzato la lezione e gli interessi di Aurelio De Laurentiis, che poi sono anche i suoi: «Napoli deve starci sempre». E a Lecce, Via del Mare, in quell’orizzonte fosco che annuncia la squadra più sorprendente di quest’inizio di campionato con un tris di vittorie messe in fila in casa, ci sono due Champions in un’ora e mezza: la prima è garantita dalla vittoria, che con la concomitanza di giornata di Atalanta-Juve consentirebbe di adagiarsi tra le Grandi; la seconda è inclusa nello stress, nelle valutazioni del turnover, nelle presumibili distrazioni che il Real Madrid scatenerà, magari anche inconsciamente.

 

 COS’È CAMBIATO? Il Napoli ha ricominciato a fare il Napoli, gli riusciva benissimo un anno fa, gli è venuto benone mercoledì sera, contro l’Udinese, quando in 90 minuti ha spazzato via le diffidenze, i pregiudizi, i malumori, le analisi di pancia e pure quelle di un cuore che stava impazzendo, perché non è che poi recentemente c’era stato così tanto da divertirsi dentro e fuori dal campo. E dopo che ne sono successe tante, anche straordinarie, ecco che lo spettacolo è tornato ad essere la «normalità»: 4-3-3 senza alterazioni, né artificiose interpretazioni; Kvara e Osi degni del ruolo di candidati – tra i primi 30 e i primi 12 – del Pallone d’Oro e del Fifa The Best, una qualità sempre alta, pardon altissima di palleggio e una gara senza paura, con qualche piccola, invisibile macchiolina qua e là. Fonte: CdS

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