Il day after fa più scena, è la lingua madre di Osimhen, ma tutto sommato per raccontare il giorno dopo lo scontro di Bologna, e le conseguenze della plateale protesta di Victor nei confronti di Garcia dopo la sostituzione con Simeone decretata sullo 0-0 e contestata proprio tatticamente dall’attaccante (che chiedeva di giocare a due punte con il Cholito), serve molto meno. Basta l’italiano, la chiave della comunicazione che Osi e Rudi, madrelingua francese, avranno scelto per venirsi incontro. Per capirsi, per spiegarsi: i due hanno parlato ancora ieri al centro sportivo di Castel Volturno , però a freddo, dopo il vivace scambio a caldo andato in scena al Dall’Ara, subito dopo la partita con il Bologna. A pochi minuti dai fatti. Il pregresso, cioè il primo faccia a faccia, è stato comunque superato dalla seconda chiacchierata: l’allenatore ha chiamato il giocatore nel suo ufficio e quel che si sono detti resta nel sacro e sacrosanto diritto di riservatezza chiamato spogliatoio. L’unica e ultima zona di comfort blindata da quei riflettori che domenica hanno illuminato tutto quello che poteva essere illuminato: dita, espressioni, pensieri, malesseri. Il chiarimento tra il leader tecnico e il leader della squadra, comunque, era inevitabile e necessario: Osimhen ha avuto una reazione eccessiva, è con s apevole, non intendeva mancare di rispetto ma ha spiegato sia al tecnico faccia a faccia sia ai compagni di essere agitato dalla fame di vittorie. Dalla frustrazione di risultati che stridono con il recente passato di gloria. Dalla voglia di tornare al volo a macinare risultati, avversari, gol. Cose di calcio, incidenti di percorso: ma domani si gioca, arriva l’Udinese al Maradona, il Napoli non vince dalla seconda giornata con il Sassuolo e Osi da quella giornata è stato perseguitato dalla sfortuna tra pali, traverse, portieri e il rigore sbagliato a Bologna. Tanti motivi per cancellare il recentissimo passato. Per poi ripartire. Fonte: CdS