Il calcio 3.0 è anche un linguaggio che trasmetta autorevolezza e non tradisca (eventuali) debolezze all’universo che osserva e memorizza. Rudi Garcia ha scelto la «provocazione», in alcuni casi, forse una forma di autodifesa e magari semplicemente la ricerca di ironia per sdrammatizzare il momento ed evitare di restarne travolti. Ma il pubblico è attento, assorbe e riflette, semmai s’amareggia o si preoccupa, in un’atmosfera che può appesantirsi. Il nuovo Lobotka, quasi «deresponsabilizzato», è diventato una questione (non ancora un caso) quando Garcia ha troncato i paragoni tra lo slovacco di oggi e quello di ieri con una frase sintetica: «Non conosco la Storia». Sono evidentemente i confronti che ispirano il tecnico francese a divagare a modo suo e l’ultimo Raspadori, quello che in Nazionale ha giocato da centravanti, gli ha strappato un’altra battuta, rimasta a galleggiare nell’aria e ad alimentare il chiacchiericcio (social): «Non sono riuscito a vedere tutte le partite dei miei, ne ho tanti in giro per il Mondo». La lingua batte (anche) quando il dente duole…? Fonte: CdS