La radio gracchia e dalla macchina arriva la voce allegra di Carlos Sainz che canticchia il ritornello della canzone diventata il suo soprannome: «Smooth Operatooor…». È stata davvero un’operazione sopraffina quella che ha consentito allo spagnolo di sbancare il GP di Singapore, regalando alla Ferrari la prima vittoria della stagione, dopo un digiuno di 25 gare che durava dallo scorso anno (434 giorni). Riccardo Adami, l’ingegnere di pista che lavora con Sainz, è quasi commosso. Dopo l’arrivo, elogia il pilota per l’intelligenza con cui a corso. E Carlos si esalta: «Vamos Ricky!». Nel box i meccanici sono scatenati. C’è anche l’a.d. Benedetto Vigna che sorride. Mentre Frederic Vasseur si prepara a salire sul podio per la festa: è il suo primo trionfo da team principal, ottenuto con il Cavallino, e vale una doccia di spumante con tanto di bottiglione rovesciato goliardicamente dentro la tuta di Sainz.
Caratura È il giorno della consacrazione per il figlio d’arte, cresciuto seguendo le orme di papà Carlos, campione mondiale di rally e re della Dakar. Fino a ieri Carlos jr aveva dimostrato costanza nelle prestazioni e solidità, riuscendo a vincere sulla rossa a Silverstone nel 2022, dopo otto stagioni di piazzamenti con Toro Rosso, Renault e McLaren. Da ieri ha cambiato caratura, entrando nel novero dei fuoriclasse della F.1, capaci di fare cose speciali. La vittoria fra le strade di Marina Bay, un circuito tutto curve e muretti dove avevano primeggiato Alonso, Hamilton e Vettel, è stata un capolavoro di abilità di guida e strategia. Partenza perfetta dalla pole; l’aiuto decisivo del compagno di squadra Charles Leclerc, che è scattato con le gomme soft e si è subito messo davanti alla Mercedes di George Russell, rallentato su ordine del team in modo da creare un distacco di 5” fra il leader e gli inseguitori; poi una straordinaria gestione di gomme e nervi da parte di Sainz durata 42 giri, dopo il pit stop anticipato per la Safety Car dovuta all’incidente di Sargeant.
Gerarchie Carlos è stato sempre al comando, sotto pressione, perché Leclerc intanto era scivolato al sesto posto, a causa del traffico in corsia box durante la sosta, e lo spagnolo si è ritrovato alle costole un gruppetto inferocito con Russell, Norris e Hamilton. Ma Sainz si è difeso senza lasciare il minimo spiraglio, come aveva fatto a Monza due settimane fa lottando per il podio contro Leclerc. Sembrava Sergio Ramos, l’amico calciatore di Real Madrid e Psg. La Mercedes allora ha tentato il jolly, effettuando un secondo pit stop, e questo ha consentito a Russell e Hamilton di tornare sotto nel finale con le gomme medie nuove, recuperando 1”5 al giro. Si sono sbarazzati di Leclerc, ma non di Lando Norris, rivelatosi un alleato involontario di Sainz. Il ferrarista ha avuto l’idea geniale di fare avvicinare un paio di volte l’inglese della McLaren per permettergli di usare l’ala mobile (Drs) e difendere il secondo posto dagli attacchi Russell, che nell’ultimo giro ha sbagliato sbattendo contro un muro. «L’ho fatto di proposito», ha detto Sainz al team. In pratica ha usato Norris da stopper. Alla fine c’è stato l’abbraccio fra i due, legatissimi da quando correvano a Woking. Deluso Leclerc, quarto dietro a Hamilton, ma consapevole che sarebbe toccato a lui conquistare la pole per ambire al successo. «Bisognava proteggere Carlos e l’abbiamo fatto. Se l’è meritato», spiega il monegasco. La Ferrari ha sacrificato Charles per blindare il risultato, senza distinzioni fra numero uno e numero due. Una bella risposta di Vasseur a chi (incluso papà Sainz) aveva visto finora favoritismi nelle strategie a vantaggio di Leclerc.
Passo falso La rossa ha interrotto la striscia record della Red Bull, che era imbattuta nel 2023, e quella di Max Verstappen, arrivato a dieci centri consecutivi fino a Monza. La macchina perfetta di Newey è andata in crisi, sugli avvallamenti di Singapore, e la rimonta del due volte iridato si è fermata al quinto posto. Era un’occasione da non perdere e il Cavallino non se l’è lasciata soffiare. Chi l’avrebbe detto, ripensando alle dichiarazioni pessimistiche della vigilia e ai precedenti negativi di quest’anno su circuiti tortuosi come Montecarlo, Hungaroring e Zandvoort? Finora le previsioni degli ingegneri di Maranello sono state quasi sempre smentite. Misteri. C’è da sperare che la pista di Suzuka, dove si corre domenica prossima, sia fra quelle considerate sfavorevoli…
Fonte: Gazzetta