Zangrillo: “Retegui-Osimhen? Mi tengo Mateo, ma Victor è come Haaland e Lewandowksi”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un guasto d’amore, per dirla con il cantautore genoano Bresh, la provocazione di un “matto” innamorato del Genoa, però quel “matto” ha detto una cosa vera – Lucio Battisti, altro riferimento canoro -, perché Retegui ha ottime basi e grossi margini di miglioramento. E gioca in una squadra, il Genoa, che fin qui non lo ha assistito al meglio.
Nell’ultima partita in rossoblù, prima della sosta, Torino-Genoa 1-0, Retegui ha toccato appena 21 palloni e ha tirato una sola volta in porta, occasione in cui forse avrebbe fatto meglio a servire un compagno al centro, ma il ragazzo va capito, fin qui lo hanno cercato con parsimonia e ogni chance è buona per provarci, a costo di apparire egoisti. E poi il suo peso all’interno del match di Torino è stato buono, come dimostrano i 10 duelli aerei ingaggiati. Retegui è un combattente e lo ha dimostrato nello scorcio che il c.t. Spalletti gli ha concesso in coda a Italia-Ucraina. Ha pressato senza pause, ha fatto ammonire un avversario, ha recapitato a Orsolini una palla invitante: 22 minuti incoraggianti.

 

Certo, Osi… Osimhen oggi appartiene a un’altra galassia. È un centravanti conteso ai massimi livelli. Ci hanno provato gli arabi, lo seguono diverse squadre di Premier, Arsenal e Chelsea in prima battuta. Non è neppure facile valutarlo. Aurelio De Laurentiis ha fatto sapere ai sauditi: «Con 200 milioni non comprate neppure un piede di Osimhen». Una provocazione al quadrato, altro che Zangrillo. De Laurentiis deve affrettarsi a chiudere il rinnovo di contratto, per evitare che nell’estate del 2024, a una anno dalla scadenza, il prezzo di Osimhen si abbassi.
Nella sosta ha segnato tre gol con la Nigeria nelle qualificazioni alla Coppa d’Africa. L’avversario non era dei più complicati, Sao Tomé e Principe, 6-0 il risultato, però l’impressione è stata la solita, di un attaccante debordante, non arginabile di testa e nello spazio. Ha raggiunto il livello degli eletti del ruolo, può guardare negli occhi Haaland, Kane, Lewandowski, per citare tre califfi del ruolo, e in Serie A, quanto a gol e a capacità di futuro, per ora gli tiene testa soltanto Lautaro Martinez, capocannoniere momentaneo dell’attuale campionato con 5 gol, e centravanti atipico, più un 9 e mezzo che un 9 pieno.
Le differenze Retegui e Osimhen hanno strutture simili – sono alti tutti e due un metro e 86 – e caratteristiche diverse. L’attacco alla profondità di Osimhen è ineguagliabile e non pare troppo nelle corde di Retegui. Da parte sua l’argentino è forse più opportunista in area, un cacciatore di palloni vaganti.
Il colpo di testa come punto di contatto: l’elevazione di Osimhen in terzo tempo sfida la gravità, Retegui sfrutta l’abilità nel prendere posizione. Potenza contro scaltrezza, si potrebbe sintetizzare. Tutti e due guardano al Mondiale 2026. Le speranze di qualificazione della Nigeria passeranno per Osimhen. Diversa la situazione di Retegui: voluto e lanciato da Mancini, Mateo rischia di essere scavalcato da Scamacca, ma crediamo che il nuovo c.t. Spalletti ne abbia apprezzato l’applicazione. Stasera giocherà per il Genoa e per restare in Nazionale. Ritornare indietro non può, non è più convocabile dall’Argentina.
Napolinews
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