Tre per tre fa obbligatoriamente nove: e puoi averlo fisico e atletico, persino capocannoniere; oppure adagiarti nell’eleganza assai sciccosa di chi con quel talento
Non si diventa campioni d’Italia così, dalla sera alla mattina, se non si parte segnando almeno un gol in più dell’avversario: il Napoli di Spalletti, nella sua «passeggiata» salutare con la quale ha travolto chiunque, in Serie A, ne ha fatti settantasette; poi in Champions, dove pure ha stupito l’Europa, ne ha aggiunti altri ventisei; e
i due in coppa Italia con la Cremonese, ahiloro inutile, fanno comunque prodotto interno per approdare alla soglia delle centocinque reti, quarantasei dei quali segnati dalla «tre per tre», sempre un nove, che si chiami Osimhen, che siano Raspadori o Simeone.
Fonte: CdS