Non un falso nove, semmai un nove atipico, e non solo per il numero 10 sulle spalle. Giacomo Raspadori non è un bestione, un classico centravanti come quello dell’Ucraina, Artem Dovbyk, ma può sostenere il ruolo. A patto che segni quando deve segnare. Qualche gol lo ha lasciato lì, Giacomino, impreciso sotto porta (ma nell’ultima occasione è stato bravo il portiere Buschchan sul suo diagonale), e questo incide sul giudizio. Però si è mosso alla grande, forse grazie anche al libretto delle istruzioni spallettiane già in suo possesso.
Ha occupato la posizione del centravanti (per questo non falso nove, che presuppone come il centravanti sia lo spazio) ma è anche venuto incontro agli appoggi dei centrocampisti come faceva nel Napoli di Spalletti per favorire gli inserimenti dei centrocampisti: uno per tutti, Frattesi, una sorta di centravanti aggiunto per le sue rare doti di invasore dai tempi perfetti.
Interessante, di là, Dovbyk, che ha interpretato in modo diverso il ruolo: meno movimenti incontro e più profondità per ricevere i filtranti di Yarmolenko e Sudakov con tagli dal centro in diagonale che hanno messo un po’ in difficoltà Bastoni e Scalvini, “portato fuori” in occasione del gol. Tra l’azzurro e l’ucraino (cui Donnarumma ha negato il gol, segnato poi sulla ribattuta da Yarmolenko), tutto sommato duello pari: zero gol per entrambi.
Fonte: Gazzetta dello Sport