Chi era nel cortile di Castel Capuano quel pomeriggio del 10 settembre 2004 ricorda bene la scena. L’arrivo di due pullmini bianchi, a bordo il neo patron del Napoli, accompagnato non da calciatori ma da commercialisti, avvocati e da un notaio. Aurelio De Laurentiis entrò così nel mondo del calcio diciannove anni fa, recandosi con questa squadra di professionisti all’appuntamento con il professore Nicola Rascio, curatore fallimentare della Ssc Napoli spentasi il 2 agosto, e i giudici della Sezione Fallimentare. Era stato scelto – con il placet delle istituzioni politiche e calcistiche – per rilevare il titolo. Gli sarebbe costato 32 milioni, perché vi fu un’integrazione nel 2006, dopo la prima promozione dalla serie C alla serie A. Assegni circolari, soldi veri, non le presunte garanzie su appartamenti e un castello presentate dal suo “rivale” Luciano Gaucci, portabandiera dei gruppi ultrà.
De Laurentiis si presentò così: «Si vince se si semina e se si costruisce. Cinque anni per ricostruire la società e per assestarla. I secondi cinque anni per vincere». I tifosi del Napoli lo ricordavano per un velleitario tentativo fatto cinque anni prima, quando presentò un’indiretta proposta di acquisto della società a Corrado Ferlaino: 100 miliardi di lire sul tavolino, spiegò in una conferenza stampa con Roberto Fiore, predecessore dell’ingegnere dei due scudetti. Finì presto la storia di questa “trattativa”, invece quella del Calcio Napoli di ADL – agli inizi Napoli Soccer – è stata sempre più bella. La prima vittorie è arrivata nel 2012, quasi otto anni dopo quel pomeriggio di settembre del 2004. E la più esaltante nella scorsa primavera, quello scudetto che Napoli aveva sognato disperatamente, a un certo punto convincendosi che non sarebbe stato possibile rivincerlo. E invece…
De Laurentiis è uomo concreto, abituato a guardare al futuro. E immagina altri successi per la sua squadra, per nulla toccato dal passo falso compiuto nella partita con la Lazio, quel secondo tempo da dimenticare. Aspetta con curiosità l’esordio del difensore Natan e i generali miglioramenti della squadra, secondo le indicazioni di Rudi Garcia, che ha appena vissuto, a quasi sessant’anni, l’emozione della nascita di Sofia, la quarta delle sue figlie. Fonte Il Mattino