Roberto Insigne: “Felice per il gol. Il tiro a giro? Veramente nasce da Del Piero”

Roberto Insigne, fratello dell’ex calciatore del Napoli, Lorenzo, attaccante del Palermo, ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport, in cui tra le altre cose parla del gol segnato contro la Feralpi Salò con un tiro a giro caratteristico della famiglia.

«È stato bellissimo, davvero – spiega l’attaccante -. Avevo giocato l’anno scorso qui col Frosinone e vedere il Barbera pieno era stato incredibile. Sentire lo stadio dalla mia parte è stato molto, molto emozionante».
La gioia per il gol ma anche una piccola lesione al retto femorale. L’obiettivo è rientrare dopo la sosta?
«Il prima possibile, abbiamo iniziato a lavorare subito dopo la partita. Vediamo, ogni giorno sto sempre meglio».
Nonostante tutto si è fatto una gran corsa, zoppicando, per festeggiare la rete di Di Francesco.
«È la forza del nostro gruppo, voler stare insieme per un obiettivo. Vedere Federico segnare all’esordio è stato bellissimo, ci conosciamo da anni».
Ci spiega da dove nasce il tiro a giro? L’ha scoperto prima Lorenzo o lei?
«Veramente Del Piero (ride, ndr ). Lorenzo prima di me, a lui riesce più spesso, io mi alleno molto su questa soluzione e ogni tanto raccolgo».
Guardando i numeri, nelle ultime due promozioni ha sempre segnato 8 gol. Quest’anno?
«Ne farei anche meno, purché portiamo la promozione a casa, non mi interessa tanto il mio score, mi piace di più far segnare i compagni».
E la scaramanzia dei napoletani dov’è finita?
«Non c’entra. Abbiamo un obiettivo che è primario rispetto a quelli personali. L’importante è fare il gol, non chi li fa».
Che sapore avrebbe la seconda promozione di fila a Palermo?
«Sarebbe fantastica. Bisogna andarci piano, adesso non possiamo che pensare di partita in partita».
L’attacco a Palermo è diventato una questione di famiglia: il fratello di Insigne, il figlio di Di Francesco e poi c’è Di Mariano, il nipote di Totò Schillaci. Quanto è difficile dover essere all’altezza del nome?
«È uno stimolo per dimostrare che io sono Roberto e lui è Lorenzo, anche se per me è un orgoglio essere suo fratello, è il mio idolo, quindi non è assolutamente un peso».
Il Palermo ha investito molto sul mercato alzando il livello. Che impressioni ha?
«Credo che la qualità il Palermo l’avesse anche la scorsa stagione, forse ci sono stati troppi alti e bassi, può capitare, ma la squadra era già di livello. Quest’anno è aumentata l’esperienza».
Che analogie trova col Frosinone?
«Abbiamo fatto un campionato straordinario con una squadra giovane che non era stata costruita, come quest’anno il Palermo, per vincere. Ci siamo riusciti perché abbiamo trovato continuità. Questa sulla carta è molto più forte. Ma dovremo dimostrarlo».
È più facile vincere quando si parte a fari spenti rispetto a quando si è obbligati a farlo?
«No, il nostro dovere è andare in campo per dare meglio, non sentiamo nessun obbligo, siamo sereni su quello che dobbiamo fare, poi a maggio vedremo».
Tre promozioni, ma in Serie A è rimasto soltanto una volta a Benevento. È arrivato il momento di legarsi a un progetto?
«Sì, ma lo devo meritare, forse non ero ancora pronto. Palermo è fantastica, è come Napoli, con la mia famiglia ci siamo sentiti subito a casa, sarebbe bello mettere radici».
Due vittorie consecutive. Le critiche dopo il pari di Bari forse sono state ingenerose?
«Ogni partita fa storia a sé, al di là se giochi 11 contro 11, oppure contro 9. Ho visto anche perdere squadre in superiorità. Abbiamo analizzato tutto con l’allenatore e provato correggere. Eravamo tranquilli prima come lo siamo ora».
In 3 gare già 6 marcatori diversi. È stato superato un limite dell’anno scorso.
«Faccio due nomi: Brunori e Soleri, due attaccanti che l’anno scorso hanno fatto molto bene. Arriviamo sotto porta con tanti uomini, dipende da questo. Appena si bloccherà anche Matteo ne vedremo delle belle».
Con un assist di Insigne?
«Sarei felicissimo. Tutti non vediamo l’ora che faccia gol».
Chi deve temere il Palermo?
«Se stesso, se pensiamo di essere forti e belli, non andiamo da nessuna parte, ma se ci rendiamo conto di non essere brutti e scarsi portiamo il risultato a casa».
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