I l calcio cambia e però fondamentalmente poi resta se stesso, con i principi del secolo scorso: quando rimetteranno la palla al centro, tra una settimana o su di lì, per scacciare via quel velo di malinconia che improvvisamente ha travolto Napoli, basterà inventarsi la formula-Spalletti, che alla terza e alla quarta dell’anno scorso rallentò con due pareggi (Fiorentina e Lecce), anestetizzanti dopo le vittorie energizzanti all’inizio con Verona e Monza. Non c’è altro balsamo, unguento o antinfiammatorio, scegliete un po’ voi, che sistemi i problemi nel calcio meglio d’una vittoria o di una sequenza di successi: è semplicissimo, una specie di segreto di Pulcinella. Il Napoli è atteso da un calendario che preoccupa, nonostante la statura di una squadra che ha stravinto lo scudetto con mesi e mesi di anticipo: ma alla ripresa, per cominciare, Marassi non sarà un tour dell’anima, o anche sì, e al di là dei ricordi e della simpatia tra la gente, ci sarà una squadra che in questa fase del torneo ha comunque dimostrato di avere qualità e anche carattere. Poi, debutto in Champions, pure qua con un pericolo, il Braga, da non sottovalutare, perché quando si sbarca in Europa, e a certi livelli, le difficoltà si ingigantiscono. E infine, per chiudere la terna di trasferte, un giretto nella Bologna di Thiago Motta, squadra organizzata, in fiducia, che con il Milan ha perso ma non ha sfigurato; che con la Juventus ha pareggiato e ha avuto modo di specchiarsi nel Var, per imprecare a oltranza; che con il Cagliari era sotto e l’ha vinta, in rimonta, e quando sembrava non ce ne fosse più per nessuno.
Ma Garcia sa bene che per evitare la produzione scomposta di fantasmi, conviene mettere assieme nove punti: è uomo di calcio (che non cambia mai). Fonte: CdS