Ferlaino: “Sono stato due ore sulla tomba di Diego, abbiamo parlato e festeggiato insieme”

Un rapporto tormentato, forse, quello tra Corrado Ferlaino e Maradona, ma di quelli veri, da calcio di una volta. Ne ha parlato l’ex presidente del Napoli ai microfoni del Corriere della Sera:

Maradona, un figlio aggiunto. «Per portarlo a Napoli da Barcellona ci vollero 13 miliardi, e tutto nacque per caso. Misi a soqquadro il Banco di Napoli. Il presidente dell’ente Federico Ventriglia mi accordò la fidejussione, salvo poi ripensarci perché in città c’era stata una sollevazione popolare. Provò a bloccarla, ma io fui più lesto. Ero già andato in banca a prendere il documento ed ero partito. Un’operazione che costò il licenziamento della persona che materialmente mi aveva consegnato il documento».

Quanta pena le ha dato Diego, al netto degli scudetti? «Faceva uso di sostanze e io lo sapevo. Sono andato tante volte a casa sua perché non si presentava al campo. Dormiva e stava ridotto male, ma poi gli bastava un po’ di recupero e ci faceva vincere le partite anche se non si era allenato».

Promise di venderlo al Marsiglia poi si tirò indietro. «Diego ha detto una grande bugia, non avrei venduto mai il migliore, né i più bravi».

Ma ha venduto Zoff. «Un portiere lo si trova sempre, e poi lui non amava abbastanza Napoli».

A maggio è andato in Argentina sulla tomba di Diego«La città festeggiava lo scudetto ed io ero in un giardino grande a Buenos Aires. Sono stato lì due ore, gli ho parlato. Abbiamo festeggiato insieme».

Guarda ancora le partite del Napoli? «Sì, ma solo il primo tempo come quando ero presidente. Un po’ per scaramanzia, ma anche perché oggi ho due peacemaker e devo salvaguardare il cuore»

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