Su Giacomo Raspadori – poverino – si potrebbe fare un trattato. È nato centravanti, chiamatelo pure falso nueve, si è ritrovato esterno di sinistra (dove ci sta con piacere, perché entra nel campo con il destro) o anche di destra oppure mezzala o seconda punta, in questo tour che l’ha proiettato però sempre un po’ distante dalla sua natura, che non dev’essere scolpita nell’erba. Garcia gli ha cercato un angolo tutto suo, intenzione lodevolissima, in un attacco che però ha un «intoccabile» come Osimhen e che un altro dovrebbe averlo, e sarebbe Kvaratskhelia. Raspadori ha giocato la prima, a Frosinone, e la seconda, con il Sassuolo, avendo la corsia liberata prima dall’affaticamento del georgiano e poi dalla necessità di Garcia di inserire Kvara gradualmente. Con la Lazio, minuto 15 della ripresa, ed erano già appassiti in tanti, forse quasi tutti, primo cambio: dentro Raspadori e fuori Kvara, che almeno un po’ ha stupito, ma sono dettagli e libere interpretazioni. Però l’equivoco rimane, intorno ad un talento che è indiscutibilmente intrigante ma che rischia di diventare «condizionante» Fonte: CdS