Napoli, ora non ti disunire

Gara con la Lazio da dimenticare, squadra tatticamente involuta nella ripresa: serve un reset immediato per ripartire subito

Ce l’ha una cosa da raccontare il Napoli? Sì, forse più di una riguardando le emozioni dell’ultimo anno calcistico. Ma queste cose adesso vanno messe da parte per crearne di nuove e sì, poi eventualmente raccontarle.

“Non ti disunire, Fabio” ( Schisa ), è la celebre frase tratta dal film premio Oscar “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino. Non disunirsi: ovvero non perdere il senso della propria identità. 

Verrebbe da urlarlo forte e a gran voce al Napoli, squadra costituita da campioni che hanno segnato un’impresa, e a Rudi Garcia, neo-tecnico azzurro che già da oggi, dopo solo tre giornate di campionato, si ritrova al centro del ciclone di critiche di stampa e tifosi.

Dopo aver vinto con sicurezza conquistando 6 punti e a tratti convinto contro Frosinone e Sassuolo, il Napoli cade e lo fa bruscamente contro la Lazio dell’ex Maurizio Sarri al Diego Maradona. Un Napoli troppo brutto per essere vero, involuto tatticamente e a corto di idee e concentrazione.

Se il primo tempo ha visto gli azzurri creare occasioni importanti e sfiorare più volte il vantaggio con giocate d’alto livello di Kvaratskhelia, nella ripresa è avvenuto inspiegabilmente il contrario. La reazione al gol di Luis Alberto è stata netta, decisa, di una squadra che non ci sta a raccogliere nulla dopo aver creato tanto. Ma la compagine partenopea, si è disunita appunto, e consegnata alla Lazio a partire dal minuto 60′ del secondo tempo.

 

Secondo tempo da dimenticare

 

Baricentro basso e fatica ad impostare la manovra con lucidità, i due gol in fuorigioco della Lazio hanno salvato la faccia quantomeno sul risultato finale. Si sono visti tanti errori insoliti a livello tecnico, forse dettati dalla stanchezza anche di alcuni elementi fondamentali, come Frank Zambo Anguissa che non è stato il solito dominatore della zona mediana del campo. Piotr Zielinski, invece, è stato croce e delizia, un po’ come le due facce della stessa medaglia del Napoli. Ha realizzato subito il gol del pari ma poi è calato anche lui come tutta la squadra nella seconda fazione, causando la rete del vantaggio Lazio di Kamada. 

Sotto la lente d’ingrandimento c’è stato anche il cambio di Kvara stesso, ma va detto che il fuoriclasse georgiano non era al top della condizione fisica e non poteva contare i 90 minuti nelle gambe.

Squadra slegata e imprecisa, difesa in affanno e distanza tra i reparti. Lontana parente di quella corta, aggressiva e propositiva di un tempo. Non una grande prestazione di Juan Jesus e Mathias Olivera con Osimhen che è stato privato della profondità per i suoi strappi decisivi. Detto cosi può sembrare un dramma, ma la Lazio anche il campionato scorso creò non pochi problemi agli azzurri. Aggiungiamoci i carichi di lavoro nel ritiro che non sono ancora stati smaltiti del tutto.

Dovrà essere bravo Rudi Garcia a trasformare questa delusione in rabbia e a lavorare durante la sosta per correggere lacune che nel Napoli non siamo più abituati a vedere da almeno 2 anni a questa parte. Vanno dati anche i meriti alla Lazio, ma più che i biancocelesti a fare un partitone, è stato il Napoli a mollare. Mentalmente e tecnicamente.

 

 

Stop and go

 

Stop and go, fermarsi e ripartire dalle cose buone viste nelle prime due uscite e nel primo tempo contro la Lazio, ora che il mercato è chiuso ( le distrazioni finalmente non ci sono più ) e arriva la sosta nazionali, il Napoli avrà tempo due settimane per riassestarsi dopo la battuta d’arresto e tornare con nuove e importanti convinzioni. Sarà fondamentale lavorare sull’equilibrio e sulla compattezza in campo per non rivedere più gli errori di ieri sera, integrando i nuovi arrivi sempre di più nel sistema. Siamo appena all’inizio e il tempo per rimediare c’è tutto. Ma il Napoli dovrà ritrovare le proprie idee e quel meraviglioso senso di collettivo che esalta ogni singolo elemento fino a diventare una macchina inarrestabile.

Natan, Cajuste e Lindstrom, pronti o non pronti dovranno avere più minutaggio per testare realmente il loro valore. L’ala offensiva danese poteva sognarlo certamente migliore l’esordio in maglia azzurra, entrare a gara in corso in una situazione particolare di risultato non è il massimo. Ma nonostante questo ha fatto intravedere volontà e spunti interessanti sulla destra, che andranno approfonditi maggiormente nelle prossime partite.

Rincarare la dose su alcuni cambi tecnico-tattici e fare le vedove di Spalletti e Kim non è la strada giusta, anzi è dannosa e inutile. Napoli e il Napoli dovranno ripartire più forti di prima, a cominciare dal Genoa il 16 settembre. Bisogna guardare avanti con forza e consapevolezza, ritrovare un alto livello di costruzione del gioco e compattezza mentale, sapendo che non mancheranno gli avversari e gli ostacoli sul cammino da qui alla fine. E il Napoli lo farà, con la convinzione di potersi, anche quest’anno, giocare qualcosa di importante. La squadra è forte, ma dovranno esserlo anche i tifosi.

 

Non ti disunire Napoli, hai ancora tanto da poter raccontare…

 

A cura di Simone Di Maro

 

 

 

 

 

Napolinewsserie A
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