Quella che è saltata agli occhi dalla prima partita di campionato è stata l’assenza di un giocatore capace di far ripartire l’azione dalle retrovie e di prendersi la responsabilità di certe scelte. Rrahamani ci ha provato, Juan Jesus non ha nel suo dna un piede fatato ed ecco che spesso Lobotka è stato costretto ad arretrare andare a prendersi il pallone fino quasi al limite della propria area. È chiaro che un gap del genere può essere facilmente camuffato quando hai di fronte squadre cosiddette piccole (come a Frosinone e con il Sassuolo tanto per intenderci) costrette a lasciare il pallino del gioco agli azzurri per tentare di limitare i danni. Altro discorso quando ti trovi davanti calciatori di altro spessore che ti puntano e ti pressano alti. Sulle fasce, poi, Olivera non ha dato le giuste garanzie e Mario Rui sembra ancora in ritardo di condizione (almeno in relazione alle scelte dell’allenatore). Capitolo a parte per Di Lorenzo che Garcia vuole stantuffo sulla fascia e che macina chilometri come un turbo diesel. Il capitano finora ha rispettato le consegne ed anche ieri ha risposto presente, annullando Zaccagni, ma è rimasto più «basso» del solito limitando al minimo sindacale le scorribande sulla sua catena di appartenenza. Ed anche quelle volte che è arrivato sul fondo, talvolta è sembrato un tantino in debito d’ossigeno. Il tutto nonostante l’intesa con Politano sia affidabile e rodata. Fonte: Il Mattino