Da salvare solo il primo tempo del Napoli, Garcia lancia un messaggio alla squadra

Niente è per sempre, neanche la gioia: e alla terza di campionato, improvvisamente, da uno stadio immerso nei propri ricordi è sparita l’allegria. Terza di campionato: 270′ minuti e la storia s’è capovolta, stropicciata dentro statistiche impietose che disegnano una dimensione dolorosamente nuova. Terza di campionato e c’è già una ferita che Rudi Garcia sente nella carne. «Ma meritavamo di essere avanti all’intervallo, siamo partiti bene e potevamo segnare.

Ci hanno fatto gol sull’unica uscita della Lazio. Però nel secondo tempo…». Il suo Napoli è uscito dal campo, si è allungato, ha rallentato, è sparito ed ha perso, lasciando nell’allenatore interrogativi che sembrano non abbiano risposte: «Abbiamo sbagliato, soprattutto sul palleggio, e la Lazio ha meritato: il pareggio poteva essere più giusto però dobbiamo cominciare ad imparare che quando non si può vincere non si deve perdere».

 

RIPARTIAMO. Non è facile convivere con uno stato d’animo che Napoli aveva dimenticato e che invece stavolta riscopre immediatamente: c’erano volute sedici partite, nella passata stagione, per perderne una, e quando il Maradona ha spento le luci, Garcia fatica farsene una ragione: «Sapevamo che bisognava fronteggiarli senza rischiare, correndo in avanti. La Lazio ha attaccanti veloci che se ti esponi ti possono fregare. Siamo stati poco fortunati ma anche poco aggressivi. Non mi aspettavo l’atteggiamento della ripresa e però potevamo comunque sistemarla: però se costruisci ventidue conclusioni senza prendere la porta allora diventa più complicato. Ma la base c’è, non mi lamento, ricominceremo a lavorare subito».

 

COSA SALVARE? Un’ora di Napoli, a tratti godibile e poi accettabile, e mezz’ora di perplessità, con il Var che ha lasciato la sconfitta dentro un limbo di dignità necessario per non inquietare (troppo) Garcia. «Io sono contento di alcune situazioni, per esempio il tiro di Zielinski a inizio ripresa che poteva indirizzare la partita e che Provedel ha respinto con una prodezza. E quanto a Kvara, è andato benissimo e poi si è spento. Ha perso palloni pericolosi. Sapevamo che non aveva i 90′ nelle gambe. Bisogna giocare sui suoi tempi, lui può fare la differenza».

 

POLITANO REAGISCE. Ma la paura non può essere un compagno di viaggio, non per Matteo Politano, che esce «tramortito» nell’umore e però poi reattivo. «Non siamo preoccupati che questa sconfitta possa lascerà strascichi: perché nel primo tempo abbiamo fatto molte cose buone, abbiamo creato occasione, abbiamo sbagliato di poco e la sorte non ci ha dato una mano. Però è chiaro che per assorbire certi cambiamenti occorre del tempo». Un anno dopo, c’è un’altra aria, pure un calcio diverso, che con la Lazio è durato un’ora, ha prodotto emozioni, poi evaporate in quella ripresa infarcita di errori che Politano rivede e ridimensiona: «Abbiamo perso troppi palloni e anche la lucidità. Abbiamo permesso alla Lazio di fare quello che volevano, starsene bassi e poi ripartire».

 

 

Fonte: Il Corriere dello Sport

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