A MENTE FREDDA (RUBRICA): Tutte le curiosità su Napoli-Lazio

Approfondimento su Napoli-Lazio

Napoli e Lazio, dopo la sfida di ieri sera al Maradona, ora osserveranno un turno di riposo per gli impegni delle Nazionali.

Si è giocata ieri sera alle 20:45 presso lo stadio “Maradona” l’attesissima sfida tra il Napoli e la Lazio, valida per la terza giornata di serie A. I partenopei dopo l’ottima prova casalinga contro il Sassuolo (CLICCA QUI PER A MENTE FREDDA) erano chiamati a tenere il passo del Milan, a punteggio pieno dopo tre giornate. Partenza ad handicap invece in questo inizio di stagione per i biancocelesti di Maurizio Sarri, fermi al palo dopo le prime due partite stagionali. A imporsi un pochino a sorpresa sono stati gli ospiti col punteggio di 2-1.

Ecco, di seguito i principali spunti del match:

  • Il meglio e il peggio: la stagione del nuovo Napoli è iniziata da poco, eppure ieri in campo si sono viste nei primi venticinque minuti le cose migliori della gestione Garcia ma anche il peggio negli ultimi trenta. Aveva ragione il tecnico a dire che si concretizza poco ed effettivamente ventidue tiri verso la porta della Lazio la dicono lunga. Ma anche la gestione dei cambi ha impoverito la qualità e ridotto l’equilibrio tra i reparti.

 

  • La carestia: ho predicato a vuoto più volte in questa sessione di calciomercato, chiedendo di arricchire il centrocampo del Napoli in una stagione che sarà lunghissima. Già lo scorso anno Spalletti aveva affidato ai tre titolarissimi la quasi totalità delle  partite nella zona nevralgica del campo (avendo in Ndombele come unico vero ricambio). Oggi, con Demme fuori dai radar e con Gaetano sempre troppo sottovalutato dall’ambiente, non si possono dare troppe responsabilità a Cajuste. Onestamente sarei felice di aver sbagliato il mio giudizio, ma a mio avviso la rosa è composta da troppi trequartisti in una squadra concepita per il 4-3-3.

 

  • Il conto che non torna: riavvolgiamo per un attimo il nastro e torniamo all’estate del 2021, quando il Napoli su consiglio di Spalletti decise di ingaggiare lo svincolato Juan Jesus come quarto centrale di esperienza. Il brasiliano ha dimostrato applicazione e abnegazione, dopo pessime stagione con la maglia di Inter e Roma, meritandosi sul campo il rinnovo. E addirittura lo scorso anno ha scalato le gerarchie diventando il primo ricambio dei titolari. In questa stagione però non è accettabile (e lo diciamo con stima e affetto verso il ragazzo) la sua promozione a titolare per sostituire un mostro sacro come Kim. Il peccato originale del presidente è essere al corrente della certa partenza del sudcoreano già da febbraio e non essersi mosso per tempo. Se Natan fosse stato l’obiettivo individuato da subito sarebbe dovuto atterrare in Europa sin dal primo giorno di ritiro.

 

  • Gli spin-off: sin dall’inizio del ritiro estivo, la stampa si interrogava sulle possibili differenze tra il Napoli di Spalletti e quello di Garcia. La mia speranza è che il tecnico francese non commetta lo stesso errore di Ancelotti post Sarri, ovvero di voler apportare per forza cambiamenti a un gruppo che ha funzionato alla grandissima (sappiamo come finì purtroppo con Carletto). Intanto però ieri mi ha ricordato soprattutto Mazzarri quando al 44’ il replay di Dazn ci ha mostrato un Garcia intento a chiedere maggior recupero indicando l’orologio (personalmente mi ha strappato un sorriso). Ma soprattutto Gattuso in quel famoso Napoli-Verona (e qui ho riso molto meno) col cambio Zielinski-Petagna che assomigliava molto a quello di ieri Zielinski-Simeone. Non sono un tecnico patentato ma mi chiedo, siamo sicuri che inserire tanti attaccanti senza avere nessuna fonte di gioco in grado di innescarli sia garanzia di maggior pericolosità? Ieri sicuramente no…

Articolo a cura di Marco Lepore

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