“”La mano de Diego””: come Maradona cambiò la vita di alcuni uomini. Il libro

Un libro uscito in Argentina su una serie di episodi curiosi nel segno del Pibe

Maradona ha fatto sognare. Ma anche cambiato la vita di alcuni uomini perché quel nome, Diego, è stato una speranza a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà o un lasciapassare in mondi lontani dall’Argentina e da Napoli, le due terre del Pibe, scomparso quasi tre anni fa. Si leggono storie particolari nel libro “La Mano de Diego” scritto da Micaela Dominguez Prost e uscito in Argentina. Si parte da due vicende note. Dopo aver ricevuto l’Oscar per il film “La Grande bellezza” il regista napoletano Paolo Sorrentino ringraziò Diego Maradona: gli aveva salvato la vita, come racconterà poi nel film “Era la mano di Dio” perché volendo seguire una partita del Napoli ad Empoli non raggiunse i suoi genitori in montagna, dove entrambi morirono per un avvelenamento da monossido di carbonio. L’ex calciatore Pedro Monzon aveva deciso di suicidarsi quando a un certo punto, con la pistola già in mano, telefonò a Maradona: «Se non viene, mi uccido». Ma ci sono anche argentini che riuscirono a scampare a una condanna in angoli remoti della terra o a uscire dal coma aggrappandosi appunto a Maradona. Facendo il suo nome oppure ricordandolo nelle loro preghiere. Storie vere. E, come scrive il sociologo Pablo Alabarces nella prefazione, sono storie che danno l’esatta misura di cosa sia stato Diego: «Abbiamo capito l’immensità dell’amore napoletano o abbiamo letto delle manifestazioni in Bangladesh contro la sua uscita dai Mondiali del 94. C’era qualcosa in Diego che magicamente lo ha reso un idolo popolare mondiale». Diego continua a vivere nel cuore dei napoletani. C’era sulle bandiere e sugli striscioni dello scudetto e nello stadio a lui intitolato, prima di ogni partita, si ascolta “La Mano de Dios”. Ed è un amore che ha sfidato il tempo.  Fonte: Il Mattino

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