Trentacinque minuti sono pochi per stabilire che qualcosa sia mutato, ma nei 35 minuti di Kvaratskhelia contro il Sassuolo, i primi del georgiano in una partita ufficiale del Napoli di Rudi Garcia, si sono colti i germogli della variazione. Domenica sera “Kvara” partiva da sinistra e si accentrava, da ala a trequartista. Il gol del 2-0 vale come certificato: il numero 77 del Napoli ha servito l’assist a Di Lorenzo dalla classica posizione del numero 10. Non vogliamo essere sacrileghi, ma da quelle zolle quanti saranno stati i palloni simili giocati da Maradona per gli attaccanti del suo Napoli anni Ottanta? Spalletti considerava Kvaratskhelia un’ala pura, irresistibile al dribbling e nella progressione. Garcia lo vuole meno laterale e più centrale. Kvaratskhelia potrebbe diventare una scheggia impazzita, difficile da schivare perché imprevedibile nei movimenti. Metà ala e metà trequartista: cross nel primo caso, imbucate e tiri nel secondo. Quanto al resto, uno squarcio di verità lo ha aperto Rrahmani: «Forse una differenza con Spalletti sta nel fatto che qualche volta non vogliamo rischiare con la palla da dietro, quando si inizia l’azione. Con Spalletti cercavamo di uscire con la palla ai piedi, anche se la pressione era alta». Chiarissimo, Rrahmani ha ufficializzato il punto di maggior scostamento di Garcia da Spalletti, la minimizzazione della costruzione dal basso. Si va verso un Napoli meno largheggiante e più diretto, in cui Kvaratskhelia diventerà più centrale nel senso letterale dell’espressione. Forse si perderà qualcosa in bellezza e si guadagnerà in cinismo, ma è presto per capire che Napoli sarà. Fonte: Gazzetta