Natan e Cajuste da un lato, scommesse personali del capo scouting Micheli (25 milioni di spesa per i due). E ora Lindstrom, nome che spunta dalle agende che non sono state ancora sepolte dell’ex ds azzurro Giuntoli. Nessuno dei tre, in ogni caso, destinato a stravolgere l’idea dei titolarissimi di Rudi Garcia. Magari solo il danese può far venire qualche tentazione per un sistema e un’idea che fino ad adesso non mostrano crepe. Ma ci vuole pazienza e tempo. Per prima cosa, il danese non è il vice di Lozano. Magari può diventarlo, perché esterno con le caratteristiche per così dire “adattabili” ma nel 4-3-3 – che sembra il sistema intoccabile – l’impressione è che Lindstrom possa giocare al posto di Zielinski, come mezzala.
Cosa diversa che Garcia, nel corso del match o per esigenza di vario genere, voglia virare al 4-2-3-1, perché in quel caso può essere sistemato alle spalle della prima punta. Con una predilezione: trequartista. In ogni caso a Francoforte e prima ancora a Brondby ha ricoperto tutti i ruoli dietro la punta. Ieri le visite mediche, con Micheli che ha fatto da dirigente accompagnatore, accogliendolo in aeroporto e portandolo poi a Villa Stuart.
TRE AL PREZZO DI UNO
No, non c’è del marcio in Danimarca. Ma uno che i talenti li conosce e li cataloga a mente anche senza bisogno di algoritmi, lo descrive alla perfezione. «È tecnico, anche tattico per certi versi. Può fare tante cose, ma quelle che sa fare meno bene è l’ala alla Lozano. O fare il vice di Politano. Non credo che lo abbiano preso per fare quello: certo, può farlo. Ma da quando lo seguo, ovvero da sei anni, è la cosa ha fatto meno bene». È Salvatore Bagni a raccontarlo. L’ex guerriero del primo scudetto è in giro a caccia di promesse. Le scova ovunque. «Danimarca e Svezia, là c’è tanto da andare a prendere. Ovvio se le prendi direttamente dai club scandinavi risparmi. L’Eintracht ha fatto un affarone e lui ha restituito tutto con ampi interessi.
Dove lo vedo? Io lo metterei nella linea mediana, nel 4-3-3 che non toccherei per nulla al mondo. Al centro sempre Lobotka e lui a uno dei due lati. Ma ripeto: mai al mondo preferirei lui a Zielinski, perché il polacco in questo momento ha il piede più dolce e prezioso di tutta la serie A», racconta Bagni. Tre al prezzo di uno. Ha 23 anni, nell’under 19 del Brondby, a Copenaghen, è cresciuto come mediano.
Poi si esalta nel ruolo di trequartista. Nel 2020 gioca 33 partite con la prima squadra (anche nei preliminari di Europa League). Ed è ala sinistra. Poi cambia ancora, l’anno dopo: quando esplode lo fa da numero 10 alla Laudrup, giocando da trequartista. Va all’Eintracht Francoforte e nella formazione tedesca si ritaglia immediatamente uno spazio importante. Con 9 presenze (di cui 7 da titolare, compresa la finale) e 4 assist è uno dei protagonisti della cavalcata alla conquista dell’Europa League. In Bundesliga, invece, mette assieme 29 presenze con 5 gol e 5 assist. «Per me darà il meglio dietro la punta, ovunque ma non al posto di Lozano. Non è all’altezza di nessuno degli esterni nella rosa degli azzurri», dice ancora Bagni.
Dunque, nato centrocampista centrale, si è sempre avvicinato alla porta trovando la sua naturale collocazione nella posizione di trequartista, che svaria da un lato all’altro del campo, preferendo sempre partire largo per accentrarsi. Nel suo bagaglio tecnico-tattico ci sono le conclusioni dalla medio-lunga distanza. I numeri dicono tutto: 111 partite da trequartista, 13 da ala sinistra e 13 da ala destra. E poi tutto il resto: seconda punta, centrocampista destro, centrocampista sinistro, mediano. E persino prima punta, ruolo in cui tra settore giovanili ed Eintracht ha realizzato tre reti.