L’aspetto più confortante della prima giornata? Ha un nome e un cognome: Victor Osimhen. Il capocannoniere in carica ha fatto capire subito di non voler abdicare. Osimen è come le vacanze: prima le raggiungi, prima sei felice. La maggiore verticalizzazione imposta da Garcia alla manovra e la sforbiciata al palleggio spallettiano (all’intervallo il modesto Frosinone vantava il 50% di possesso) mira a recapitare il giocatolo più in fretta e in spazi più ampi agli attaccanti. Osimen si è divertito anche senza Kvara, il suo migliore compagno di giochi. Ha ricevuto due assist da Di Lorenzo, l’antidivo più protagonista del mondo. La ditta Di Lorenzo & Osimhen produce già a pieno ritmo.
Cose da mettere a posto e margini di crescita?
Quando il dj accelera la musica, bisogna adeguare i passi in pista. Il Napoli deve ancora calibrare i tempi di passaggio e inserimento alla nuova verticalità. Lobotka deve imporsi altri ritmi di circolazione. Ritardare le transizioni significa allungare la squadra e renderla più vulnerabile. Il sofferto debutto di Cajuste ha complicato il primo tempo. Natan deve debuttare. I nuovi, per ora, sono un’incognita.
L’uomo più importante in questo periodo?
Di Osimhen, fuori categoria, abbiamo detto. Ma in questa prima fase di muta, dalla pelle di Spalletti a quella di Garcia, non pesa di meno Anguissa, l’uomo degli equilibri che accorcia e allunga il Napoli come una fisarmonica.
Fonte: Gazzetta dello Sport.