Di nuovo con l’elmetto in testa. Stavolta per colpa di Spalletti. Certo, di tutto ha bisogno il calcio italiano tranne che di questo nuovo clima da guerra fredda che si respira tra il numero uno della Figc Gravina e il patron del Napoli, De Laurentiis. Corsi e ricorsi: è un continuo azzuffarsi tra i due (prima le multiproprietà, poi sull’elezioni di Casini al vertice della Lega, e stavolta tra la Federcalcio e il Napoli è calata un’altra cortina di ferro. «Le sue parole? È stato invadente e inopportuno», ha detto ieri al Corriere della Sera il presidente federale. Insomma, ci risiamo. Il veleno scorre a fiumi. E nessuno perde l’occasione per tendere la mano all’altro, per alleggerire la tensione. Appena possono, i due salgono sul ring e se le danno di santa ragione. A Gravina proprio non è andato giù il comunicato di Ferragosto con cui De Laurentiis attaccava la Figc con parole sprezzanti. Peraltro in un momento in cui stava cercando una soluzione. «Sono due le principali considerazioni da fare: non si sanno tenere i rapporti con i propri collaboratori inducendoli alle dimissioni; mancano strumenti giuridici idonei a trattenere gli stessi determinando il rispetto dei contratti sottoscritti anche attraverso la previsione di specifiche penali», attaccò all’improvviso De Laurentiis. Ieri la risposta: «Ma che ne sa lui del contratto con Mancini?»
Fonte: il Mattino