È del tutto evidente che la prima partita del campionato non consente quasi nessun tipo di valutazione. Però, per dirla con Catalano, meglio vincerla che perderla. Ed il Napoli l’ha vinta. Per di più con la calma e la determinazione della grandi squadre senza lasciarsi impressionare dallo svantaggio iniziale.
Alcune piccole osservazioni però le possiamo comunque fare. Intanto il peso di una preparazione dura si sente ed il Napoli è apparso ancora appesantito in quasi tutti i suoi uomini. E poi, e qui azzardo una valutazione che potrebbe rivelarsi errata alla prova dei fatti, mi è sembrato di vedere una squadra votata alla verticalità molto più di prima. Meno palleggio. Meno possesso palla sterile. E la continua ricerca di Osimhen per andare a concretizzare. Non a caso Lobotka è sembrato meno di prima il perno del gioco. In più la scelta ormai manifesta di trovare spazio a Raspadori mi è sembrata a tratti configurare un 4-4-2 più del 4-3-3. Ma i numeretti, come spiegano i grandi tecnici, significano molto poco. Sono più che altro un passatempo per opinionisti più o meno attrezzati. Quello che è certo è che un giocatore con i numeri tecnici ed il talento di Raspadori non può essere tenuto a immalinconirsi in panchina. Poi potremmo parlare di Anguissa che una volta in campo ha cambiato il volto della squadra o, last but not least, di un Osimhen già mostruoso. Ma mi sembra giusto dedicare un po’ delle solite 2000 battute a Piotr Zielinski. Calciatore di doti tecniche ineguagliabili che per una inezia non è diventato la più grande mezzala del mondo, Ma non è di questo che voglio parlare. Bensì di un uomo che ha avuto il coraggio di rifiutare guadagni supersonici mettendo la qualità di vita personale e della famiglia (e anche dell’amatissimo cane!) davanti al danaro. A dire altro si rischia di diventare retorici e Carducci ammoniva: «Non fate retorica che tanto non ne sareste capaci». Perciò mi limito a dire: chapeau.
Fonte: Il Mattino