“Caso Spalletti” – Patrizio Rispo: «Io difendo Spalletti non si può dire di no alla nostra Nazionale»

Spalletti o Adl? Prevalgono le motivazioni dell’azzurro partenopeo o quelle dell’azzurro Italia? «Se ragiono col cuore, le dico che sto con Luciano Spalletti: non si può non andare ad allenare la nazionale italiana», sorride Patrizio Rispo, attore, star di “Un posto al sole”, super-tifoso e prossimo conduttore della trasmissione che, per tutto il campionato iniziato ieri a Frosinone, farà vivere live ai supporter di Kvara e compagni le partite del Napoli su Canale 8. Rispo riconosce le «ragioni legali» della società e del patron della squadra campione d’Italia, Aurelio De Laurentiis. Ma allo stesso tempo parla di «una telefonata, quella della Federcalcio italiana, a cui non si può dire di no. Io mi sarei comportato in una maniera analoga a quella dell’ex tecnico di Osimhen e Di Lorenzo».
Adl e Spalletti: entrambi sono indiscussi protagonisti del terzo scudetto partenopeo, ma lei da che parte sta?
«Immedesimandomi in Spalletti, comprendo le sue ragioni: come si fa a non rispondere a una chiamata dalla nazionale italiana? Nel suo candore, probabilmente, quando ha scelto di fare un anno sabbatico, il tecnico toscano non aveva pensato che sarebbe arrivata un’offerta di questo calibro».
E come valuta la posizione della Ssc Napoli?
«A livello legale, devo riconoscere che De Laurentiis ha le sue ragioni. Il presidente non è certamente uno sprovveduto, per quanto riguarda le questioni contrattuali. Lo ha dimostrato in tutti questi anni alla guida della società azzurra. Ma ribadisco: da un punto di vista puramente personale, credo che questa chiamata arrivata da Gravina superi le ragioni, anche di carattere familiare, che avevano indotto il tecnico toscano a prendersi una pausa dal lavoro di allenatore».
Insomma, come qualcuno ha già osservato, il treno della nazionale italiana passa una sola volta, se passa, nella vita di un mister. Lei è di questa opinione?
«Direi proprio di sì. Io avrei fatto la stessa cosa nei panni di Spalletti. È come se io dicessi: “Mi prendo una pausa di un anno dal lavoro e dalla recitazione per dedicarmi alla famiglia”. Le confesso che, qualora facessi questa scelta, se intanto mi arrivasse la telefonata di un regista del calibro di Paolo Sorrentino per farmi fare il protagonista di un suo film, mi rimetterei subito in gioco davanti alla telecamera. Sarebbe una telefonata a cui non si può dire di no. Ecco, a Spalletti è successa più o meno una cosa del genere».
Già, tra il mestiere di attore o regista e quello di allenatore ci sono alcuni punti di contatto. C’è però chi teme che questa querelle Federcalcio-Ssc Napoli possa danneggiare in qualche modo il cammino degli azzurri in questa stagione. Lei che ne pensa?
«Si tratta di chiacchiericcio. La città e i tifosi non c’entrano niente con le questioni in corso tra De Laurentiis, Spalletti e la Federcalcio. Credo che anche i tifosi del Napoli siano orgogliosi del fatto che un cuore ormai azzurro come quello del tecnico toscano, che ci ha guidato verso la conquista del tricolore, vada ad allenare la squadra che rappresenta il Paese».
Lei è ottimista per la stagione del Napoli?
«Mi sento positivo, e le mie buone sensazioni sono suffragate dai dati. Le statistiche, infatti, dicono che quando si vince con i numeri con cui abbiamo vinto il campionato 2022-2023, non si può che far bene anche l’anno successivo. Quest’anno, inoltre, condurrò il programma della partita live su Canale 8. Partiremo ai primi di settembre. Sarà un campionato in cui soffriremo e gioiremo assieme, anche in tv».

 

Fonte: Il Mattino

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