L’ex calciatore del Napoli, ed ex allenatore del Frosinone, le due squdre che oggi pomeriggio esordiranno in campionato una di fronte all’altra, Roberto Stellone, ha parlato in un’intervista a Il Mattino.
Riavvolgiamo il nastro e partiamo dalla sua prima in serie A con la maglia del Napoli.
«E chi se la scorda? Feci un gol bellissimo contro la Juve in un San Paolo da sogno».
Aveva 23 anni…
«Napoli mi ha migliorato come uomo e come calciatore. Sono stati 4 anni con emozioni positive e negative».
Come il grave infortunio al ginocchio.
«Che di fatto mi mise ko dopo tre giornate».
Il rimpianto più grande in azzurro?
«Non essere riuscito a giocare una stagione intera. Anche l’anno successivo, quando eravamo in B, ho fatto bene solo le prime partite con De Canio, poi mi sono fermato per un problema all’altro ginocchio. In 4 anni ho messo insieme meno di 100 partite, che sono poche, segnando 32-33 gol che invece pochi non sono».
Quello era un altro Napoli rispetto a oggi.
«Gli azzurri sono stati protagonisti di una stagione fantastica giocando un calcio meraviglioso».
E ora?
«Ripetersi non è mai semplice. E poi c’è stato il cambio in panchina. Bisognerà vedere cosa faranno le altre che si sono rinforzate».
Intanto il Napoli ha tenuto Osimhen.
«È il segnale lanciato da De Laurentiis: vuole dare continuità. Quella di Osimhen non è stata certo una decisione facile. Rinunciando ai soldi dell’Arabia ha fatto una scelta di cuore».
A proposito di cuore: il suo batte ancora per il Frosinone?
«Innanzitutto Di Francesco è un mio grande amico. E poi lì ho vissuto delle stagioni incredibili. Ho finito la mia carriera da calciatore per poi iniziare quella da allenatore. Sono partito dalle giovanili con grande entusiasmo».
Dopo lo scudetto nel vivaio è arrivato il salto in prima squadra.
«Il vero salto l’ho fatto con i ragazzi in campo, un salto doppio: dalla C alla A».