Una delle classiche citazioni di Rafa allenatore – e di certo anche uomo – è la seguente: «Il calcio è bugia». Bene, stavolta la questione è un po’ diversa: lui sa benissimo che il Celta ha praticamente definito la cessione di Gabri Veiga al Napoli e ammette candidamente le manovre, ma poi si ricorda anche di un altro cardine del suo pensiero: hoy es el dia. Ovvero: oggi è il giorno. Pensa a oggi, non al domani. E così sia: «Finché Gabri Veiga è nostro, allora è un giocatore in più di questa formazione. Non nascondiamoci: è evidente che ci siano movimenti in atto. Ora, però, è un calciatore in più che si allena, ma io devo capire qual è il suo futuro. A seconda di quello che mi diranno, entrerà o meno in squadra. E lo vedremo perché lo dico io… Anche se dovesse slogarsi una caviglia», il discorso molto fermo che ieri Benitez ha fatto nel corso della conferenza di presentazione della partita di Liga in programma oggi a San Sebastian con la Real Sociedad. Il quadro, insomma, è chiarissimo: il Celta vuole aspettare fino all’ultimo istante utile prima di ritirare Gabri, ma l’accordo ormai è definito: un affare da 35 milioni di euro più i bonus (con tanto di percentuale del 5% sulla futura rivendita, dicono in Spagna). Dettagli che interessano poco al popol o azzurro, decisamente più stimolato dal resto delle vicenda: Gabri Veiga è atteso domani in Italia, a Roma per la precisione, per il classico iter delle visite mediche a Villa Stuart più la firma del contratto quinquennale, fino al 2028, alla Filmauro. In un solo concetto: se la trattativa non salterà clamorosamente e inaspettatamente, oggi il giocatore tiferà già per il Napoli per la prima con il Frosinone di una stagione che tra qualche ora riguarderà anche lui. Fonyte: CdS