L’ex Benitez a La Gazzetta: “Si può bissare, adesso il ghiaccio è stato rotto. L’Europa come obiettivo”

Dopo oltre 7 anni Rafa Benitez torna in Liga. Alla fine del 2015 fu licenziato dal Real Madrid, ora è di nuovo a casa per guidare il Celta nell’anno del suo centenario, circondato da un entusiasmo incredibile: chiusa la campagna abbonamenti con 20.300 tessere vendute e una lista d’attesa infinita, capienza massima dello stadio 24.791.

Perché il Celta?

«Per il progetto. Per la passione, per il centenario, perché penso di poter lavorare bene in una città che ama il calcio e una squadra che ha bisogno di tirarsi su. Per questo ho firmato un triennale».

Si è parlato di lei anche per il Napoli.

«Avevo diverse offerte, alcune più concrete di altre. Ho scelto il Celta e ora non mi sembra rispettoso parlare d’altri».

Ok. Però possiamo parlare del Napoli in generale.

«Come no, encantado . È arrivato lo scudetto dopo tantissimi anni e ora vedo possibile fare il bis. La concorrenza è agguerrita ma la squadra è ottima e si è tolta il peso del dover vincere il titolo a ogni costo. Questa l’analisi, poi c’è il cuore: io spero che il Napoli continui a vincere. Ha le potenzialità per farlo, anche in Europa, e lo seguo con affetto: noi quando eravamo lì abbiamo posto le basi vincendo due titoli che ora con la conquista dello scudetto sono considerati giustamente minori, ma che allora avevano la loro importanza. Adesso il ghiaccio è stato rotto, i tifosi del Napoli non meritavano un’attesa tanto lunga e spero che arrivino tante altre gioie».

E la Liga? Pare decisamente impoverita. Un solo grande acquisto, Bellingham, Gundogan svincolato e quasi nient’altro.

«È evidente che dal punto di vista economico e di marketing la Premier League è il campionato più luccicante, ma Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1 sono lì. Per me tra Liga, Serie A e Premier non c’è tanta differenza sotto diversi aspetti, però il modo di vendere il prodotto fa sì che la Premier abbia una maggior rilevanza. Liga e Serie A hanno tanti giocatori di livello e le tre italiane nelle ultime finali europee lo dimostrano, però è chiaro che il denaro della Premier e degli arabi fa sì che prendano tanti giocatori. Una cosa che a lungo andare può avere una ripercussione tecnica ma al momento non è ancora così: Liga e A si difendono e sono competitive».

Chi vince la Liga?

«L’altro giorno ascoltavo la radio e dicevano che l’Atletico ha una grande rosa, però per me Madrid e Barcellona sono davanti con l’Atletico alle calcagna. Poi ci sono squadre che possono agganciarsi al treno di quelle tre per un lasso di tempo, ma a lungo andare si staccheranno perché il peso della rosa è troppo forte. Per cui lotta a tre col Madrid in vantaggio: grande squadra, tanti giocatori forti davanti e poi con Bellingham ha qualcosa di diverso per sopperire anche alla perdita di Benzema».

Quali sono gli obiettivi del Celta?

«L’anno scorso la squadra si è salvata all’ultima giornata, e l’anno prima ha avuto grandi difficoltà per cui ci vuole realismo. Vedremo quale sarà la nostra rosa alla fine del mercato e da li cercheremo in primis di vivere tranquilli e poi proveremo a salire un po’ di più. C’è un allenatore nuovo, è andato via Galan e ora è a pieno regime la ‘rumorologia’ su Gabri Veiga: si perdono giocatori importanti e bisognerà vedere come reagirà la squadra».

Ecco, Gabri Veiga l’ha citato lei.

«Perché non me lo avrebbe chiesto no?».

Naturalmente no, ma visto che me l’ha servito su un vassoio d’argento…

«Ok allora. Gabri l’anno scorso ha fatto una grande stagione e ha l’età e il potenziale per crescere e diventare un giocatore importante. Pertanto è normale che attragga l’attenzione di grandi squadre di altri campionati, con capacità economiche per affrontare il suo prezzo. Oggi sappiamo che c’è un interesse ufficiale, vedremo come andrà a finire. Per noi è così importante che se resta è un’ottima cosa, ma non so cosa dirà il mercato».

Sembra rassegnato.

«Le ho già offerto l’assist, può bastare no?». Assolutamente.

 

Fonte: Gazzetta

Comments (0)
Add Comment