Ieri il Napoli ha giocato la seconda amichevole internazionale, con gli spagnoli del Girona, a Castel Di Sangro, in uno stadio gremito di tifosi azzurri, ed ha vinto ai rigori, dopo che i novanta minuti regolamentari avevano dato il risultato di 1-1. Il Corriere dello Sport analizza così la gara: “Le partite, di questi tempi, hanno valore esplorativo, servono per mettersi a nudo e tentare di capire dove siano i nei: e a Rudi Garcia, che ne ha viste eccome, tornare in albergo è servito per starsene un po’ da solo, per pensare che non si cambia l’anima del Napoli, che il 4-4-2 o 4-2-4 è un teorema inconciliabile con la sua natura; e che però, ora, pure nel tridente privato di Osi da un affaticamento muscolare, si scatena un effetto placebo utile per passarsela meglio. Racconta la retorica del calcio estivo di sempre, che l’acido lattico produc a preoccupazioni, che ci siano tossine invisibili con le quali combattere, che bla-bla-bla: sarà tutto vero, o magari falso, però in quell’1-1 con il Girona al 90 ’ (mezz’ora con il Napoli-2 e poi 30 ’ con il Napoli quasi autentico) più che le scorie del passato s’è fatta viva una certa pesantezza nella testa: il ritmo, e vabbè; le distanze, e ci sta; ma Garcia s’è ritrovato con un numero elevato di portatori di palla, con una difficoltà ad uscire dal basso palleggiando; con una brillantezza che per il momento non è consigliabile; e co n difficoltà offensive che David Lopez, l’ex centrocampista di Benitez divenuto ora un centrale difensivo, ha ingigantito chiudendo in scioltezza. È il momento delle analisi, a tutto campo, e sarà per questo che all’inizio il Napoli ha chiesto altro a se stesso: tanti ragazzini, nessun titolare di fatto, tentativi di fronteggiare un pizzico di emergenza (niente Mario Rui, Elmas appena rientrato, Lozano presente dopo due mesi) e per (non) gradire, l’erroraccio di Ostigard, con palla verso Gollini divenuta un vassoio per Stuani. Sarà stato per caso, probabilmente no, al 23 ’ riecco il tridente, però con Zerbin che da quarto di destra va a fare l’esterno alto di sinistra, con Zedadka che sfila a centrocampo, con il C holito che fa il Cholito , almeno lui: un siluro basso (deviato da Juan Carlos), un missile terra-aria (mandato in angolo dalla cabeza di Blind ) ; una furia, lui con Folorunsho; e poi il rigore, regalino di Camplone su un contatto invisibile per pareggiarla”.