Sticchi Damiani: “Napoli e Lecce, calcio bello, vincente e sostenibile a Sud”

L’altra squadra campione d’Italia è il Lecce. La squadra Primavera allenata da Coppitelli ha vinto lo Scudetto di categoria nella stagione 2022-23, e così come il Napoli porterà il tricolore sul petto della prossima maglia. Ne va fiero il presidente Saverio Sticchi Damiani che proprio in questi giorni si gode i suoi ragazzi direttamente dal ritiro di Folgaria e soprattutto si gode il successo del Sud targato Lecce.
Che effetto le fa essere l’altro presidente campione d’Italia? «Innanzitutto vanno fatte le debite proporzioni tra lo scudetto del Napoli e quello della Primavera del Lecce. Faccio i complimenti a De Laurentiis per il successo e poi nel mio piccolo festeggio anche il nostro».
Vincere non è mai facile, ancor di più vincere a livello giovanile… «Il nostro segreto è avere un’organizzazione trasversale, che parte dalla prima squadra e arriva fino al settore giovanile. Primavera e Under 18 sono gestite dalla stessa figura che si occupa della prima squadra primavera: Pantaleo Corvino, al quale abbiamo affidato l’incarico di gestire tutte le formazioni con lo stesso credo e gli stessi principi. Le nostre forze e le nostre energie sono incentrate nello scouting anche a livello internazionale e poi nell’impostazione del club non si percepisce differenza tra le diverse formazioni».
Napoli e Lecce che vincono cosa rappresentano per il Mezzogiorno? «Due realtà belle e vincenti che possono fare scuola anche per il futuro».
Che messaggio mandano al resto d’Italia? «Un messaggio bellissimo: vuol dire che si può fare calcio ad altissimo livello. Ma soprattutto che si può fare un calcio bello e sostenibile».
Cosa intende per sostenibile? «Non significa società che non investono, ma che investono con intelligenza, che talvolta provano a rischiare anche su nomi che non hanno grande appeal quando arrivano. Ma quando una società è strutturata nel modo giusto può andare sul profilo sconosciuto, prenderlo, aiutarlo a migliorare, aspettarlo, valorizzarlo al meglio e quando è all’apice ottimizzare l’investimento per poi farne degli altri. Napoli e Lecce sono due società che non hanno debiti e sono ben gestite, valore aggiunto in un calcio che negli ultimi anni sta facendo venire al pettine i nodi di alcune gestione troppo leggere».
In questo il Napoli è modello. «Assolutamente ci assomigliamo molto con De Laurentiis su questa politica».
A proposito: che effetto le fanno queste cifre astronomiche che fanno circolare dal mercato arabo?
«È un nuovo mercato che vuol dire opportunità in più per le squadre italiane. È un’ulteriore domanda disposta a investire capitali importanti che paradossalmente può essere un ulteriore strumento per valorizzare il nostro lavoro».
Ma torniamo al Sud: ora cosa si aspetta dal futuro? «Sarebbe bello se i titoli potessero rimanere al Sud. Queste due vittorie hanno reso il campionato finalmente a trazione meridionale. Finalmente è il campionato d’Italia e non solo del Nord Italia. Noi ripartiamo con un nuovo allenatore e con una squadra fatta di giovani, come sempre».
La scorsa stagione è stata ricca di successi sul campo. «In realtà ho vinto due scudetti lo scorso anno».
Ovvero? «La salvezza in serie A con la prima squadra è il mio secondo scudetto. Abbiamo centrato l’obiettivo pur avendo la squadra con la media età più giovane della serie A. Abbiamo osato davvero tanto ed eravamo i principali candidati alla retrocessione. E poi abbiamo valorizzato i nostri giovani: penso su tutti a Hjulmand che è stato il nostro capitano e si è distinto con una stagione incredibile».
A proposito di profili lanciati dal Lecce: il nuovo direttore sportivo del Napoli Mauro Meluso è partito proprio dal Salento. «Lo scelsi personalmente dopo aver rilevato il club in serie C. Avevo deciso di partire dalla figura del direttore sportivo e volevo prendere una persona innanzitutto perbene, e si è dimostrato tale. Ha saputo cogliere l’opportunità che è stata reciproca visto che insieme siamo passati dalla C alla A. Sono felice che Lecce sia stata una tappa fondamentale della sua carriera e ora non posso che augurargli il meglio per questa nuova e prestigiosa avventura come dirigente del Napoli».
Fonte: Il Mattino
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