Il suo rapporto con la città fu decisamente meno contrastato rispetto al suo successore: Lorenzo Insigne da Frattamaggiore. Tre stagioni con la fascia al braccio, tantissimi gol (in tutto 122) ma anche non poche polemiche. Per le sue prestazioni, per qualche battibecco con i tifosi, per quel contratto firmato col Toronto (con tanto di video) in un albergo di Roma quando ancora indossava la fascia. Volendo, è stato anche sfortunato. Calcisticamente, s’intende. Perché economicamente ci è andato a guadagnare, eccome. Ma andato via lui (con Mertens e Koulibaly) il Napoli ha vinto lo scudetto. E uno dei protagonisti è stato il suo successore: l’ex anonimo georgiano che ha impiegato non più di tre partite a far convertire persino gli insigniani ortodossi. È finita che del napoletano Lorenzo si sono dimenticati, mentre di Kvaratskhelia hanno imparato financo a scrivere il cognome. È il fascino del futbòl. Oggi Di Lorenzo è osannato dalla folla entusiasta di Dimaro. Nel 2029 chissà. Nel calcio sei anni sono ere geologiche.
Fonte: Corriere dello Sport.