Italia/Argentina al femminile. le probabili formazioni della 1/a al mondiale delle azzurre

Sorelle d’I t alia, l’Italia s’è desta. Riscoprendo, come succede ormai dal 2019, il valore di partecipare a un Mondiale con l’ambizione di arrivare fino in fondo. Gli uomini saltano il giro da due edizioni, le donne partecipano invece per la seconda volta di fila (non era mai successo nella storia) e c’è da star sicuri che pure in questa circostanza terranno incollati davanti alla tv milioni di appassionati. Dopo tanto prevedere, immaginare, disegnare sogni e tratteraggiare i confini di aspettative mai così alte («partecipiamo per vincere» ha detto Serturini, «il 20 c’è la finale e il 18 voglio festeggiare il mio compleanno in Nuova Zelanda» ha aggiunto Giugliano), la parola passerà finalmente al campo. Domani è il giorno di Italia-Argentina, fischio d’inizio alle 8 ore italiane con diretta su Rai1, mentre ad Auckland saranno le 18 e sull’Eden Park si poseranno gli occhi curiosi del mondo.

 

È una sfida di gran fascino, ma pure di contenuti tecnico-tattici avvincenti. Nel ritiro neozelandese, dopo aver portato le sue ragazze in gita nelle terre descritte da Tolkien ne “Il Signore degli Anelli”, Milena Bertolini difende il suo tesoro più prezioso: l’entusiasmo del gruppo. E da settimane mette in guardia tutte sull’atteggiamento che avranno le sudamericane: aggressività, agonismo, falli per spezzettare il ritmo, pressing alto e lotta a tutto campo donna-su-donna. Sarà una battaglia. E vincendola, il cammino verso gli ottavi si metterebbe in discesa. Poi bisognerà fare i conti con il terribile incrocio offerto dal sorteggio: una tra Stati Uniti e Olanda, cioè campionesse in carica e finaliste perdenti dell’ultima edizione, incrocerebbe molto probabilmente il destino delle azzurre nella prima sfida a eliminazione diretta. Ci si penserà a tempo debito.

 

SCELTE. Guardare oltre è consentito, perdere l’orizzonte del presente è proibito. Bertolini ha lavorato anche ieri sulla testa delle calciatrici, con una lunga riunione tattico-motivazionale prima di vederle all’opera nell’allenamento di rifinitura. Da giorni la ct sta lavorando su un doppio binario: il 4-3-3 e il 4-3-1-2. La base è inevitabilmente la difesa a quattro formata da Di Guglielmo (Bartoli proverà fino all’ultimo a scalzarla), Linari al centro con Salvai dopo l’esclusione storica “partner” Sara Gama, e la freccia Boattin a sinistra. Anche il centrocampo a tre è certezza: Giugliano in mezzo, Caruso che parte come mezzala sinistra con licenza di inserirsi tra le linee e poi l’idea che stuzzica da giorni la fantasia dell’allenatrice, cioè lanciare dal 1’ l’esordiente Giulia Dragoni, classe 2006 in grado di stregare il Barcellona; il futuro è suo, ma potrebbe esserlo anche il presente visto il rapido inserimento nel gruppo e quelle qualità dimostrate fin dalle prime sgambate a Riscone di Brunico.

 

GIRELLI. E poi? La variabile è Girelli, bomber e neo capitana dell’Italia: negli ultimi allenamenti Cristiana è stata provata come trequartista – in questa posizione il numero 10 sulle spalle le dona ancor di più – con Bonansea a girare attorno a Giacinti, partendo però più larga per non dare riferimenti. «Sì possiamo sognare – ha raccontato Bonansea – siamo qui per puntare al massimo». L’intuizione tattica piace un po’ a tutti, e l’alternativa è il solito 4-3-3; ma a quel punto una tra Giacinti e Girelli sarebbe di troppo e l’esterno ideale potrebbe diventare una tra Serturini e Beccari, cioè l’altra giovane debuttante (classe 2004) che si sta prendendo d’autorità la Nazionale.

 

Fonte: CdS

 

 

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