Il percorso è tracciato, ma soprattutto la prima tappa è già stata archiviata. Quello che per il Napoli è più importante è stato ottenuto. Victor Osimhen quest’estate non parte. Resta. Ed è ciò che conta. Poi il resto si vedrà, ma la strada è appunto in discesa. Sono piuttosto complessi e anche un filo misteriosi gli intrecci tra il procuratore del nigeriano, Roberto Calenda, e il presidente De Laurentiis. Alla fine, l’agente si è trattenuto, mentre la sua partenza era prevista ieri. È rimasto e ha seguito la partita con l’Aunane a bordocampo. Non c’era Victor, ma l’altro suo assistito Juan Jesus. Più complicato capire quante volte si è visto con De Laurentiis. Per qualcuno questo incontro non c’è mai stato: ma non è così. Meglio andare per gradi. Di certo Calenda ha incontrato l’entourage del presidente, Chiavelli, Pompilio e Meluso. Ultima richiesta per una possibilità di cessione dell’attaccante, in quanto si è interessato il Manchester United, che cerca anche Kane del Tottenham e Hojlund dell’Atalanta. Dal Napoli è arrivato un ennesimo no. Evidentemente da Manchester nessuna traccia del “duecentino” chiesto da De Laurentiis. E allora Osimhen resta: non ha chiesto la cessione e va bene così. È felice di restare. Calenda allora ha chiesto il rinnovo: primi approcci con Chiavelli sulla durata. Due anni di prolungamento. Lo stipendio, sia chiaro, non si schioderà dai 7 milioni netti l’anno. Ed è arrivata la disponibilità di Calenda: se ne può parlare. Allora è intervenuto De Laurentiis: i due hanno sicuramente parlato. Sarebbe stato Calenda a chiedere precise garanzie: sintetizzando, la clausola rescissoria. E qui c’è il problema. De Laurentiis ha detto sì, ma a non meno di 140 milioni. Per Calenda devono essere 100. Non ci siamo. Si tratta. Da capire se l’accordo si
farà qui o più avanti. Prudenza reciproca, ma anche la voglia di chiudere questa telenovela.
di Giovanni Scotto