Gasparin: “Meluso al Napoli? Anche Giuntoli veniva da Carpi”

Le parole del dirigente sportivo e amico del nuovo ds azzurro
A Radio CRC, nel corso della trasmissione Si Gonfia la Rete, è intervenuto Sergio Gasparin, dirigente sportivo e amico di Meluso: “Il 29 maggio 1997 vincemmo la Coppa Italia contro il Napoli quando ero a Vicenza e resta il traguardo storico più importante della storia del club. In quella finale di Coppa Italia non c’era un nostro giocatore importante che era squalificato. Una serata che ognuno di noi rivive con tantissima nostalgia, ma con grande fierezza. Per il Napoli vincere una Coppa Italia è importante, ma si presenta di anno in anno, ma per il Vicenza è irripetibile. Essere riusciti a vincerla dopo aver superato il Milan e poi il Napoli in finale è un traguardo di cui andiamo fieri. Meluso? Lo conosco bene dai tempi che era direttore sportivo del Padova. Ci fu occasione più volte di parlarci su varie situazioni di interesse o situazioni di mercato. Se è l’uomo giusto per questo Napoli campione d’Italia? Non dimentichiamo che quando Giuntoli venne preso dal Napoli arrivava da Carpi, poi sappiamo tutti che tipo di lavoro ha fatto a Napoli. Meluso è una persona intelligente e saprà sfruttare questa occasione che gli è stata offerta da De Laurentiis. Il ruolo che ricoprirà Meluso? Oggi siamo in una realtà nella quale nessuno fa più niente da solo. Quindi arrivare ad un risultato assieme è un imperativo rispetto alla società nella quale viviamo. Nessuno, neanche Giuntoli faceva le cose da solo. Aveva uno staff di riferimento e un gruppo di collaboratori che lavoravano con lui ed è giusto così. Ogni leader nella decisione finale si ritrova a decidere, ma farlo con informazioni che gli vengono portate da persone di fiducia facilita il compito del leader. Credo che Meluso abbia espresso una realtà imprescindibile nella realtà odierna. Serie A più semplice per i dirigenti? Il calcio è sempre stato difficile in ogni stagione sportiva. Oggi chi ha l’opportunità di arrivare in un club come il Napoli ha meno difficoltà nel lavorare rispetto a situazioni meno importanti. È aumentato solo il divario tra i grandi e i piccoli club“.
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