Zavaglia: “Kilman, giusto sostituto di Kim; quello arabo non è un sistema sostenibile”

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Zavaglia, procuratore e direttore sportivo. Di seguito, un estratto:
Domani comincia il ritiro del Napoli: cosa dobbiamo aspettarci? “Il Napoli credo abbia il dovere di fare una stagione importante. C’è un’eredità importante e, inoltre, la squadra è chiamata soltanto al compito di trovare il sostituto di Kim. Non è una situazione troppo complicata al momento. Se uscirà Osimhen, invece, diventerà molto più difficile trovare un sostituto all’altezza del nigeriano. Non ci sono molti attaccanti al livello del nove azzurro. Al di là di tutto, però, sono sicuro che il Napoli farà un’ottima stagione”
Chi potrebbe essere il migliore sostituto di Kim? Kilman credo sia quello più giusto. L’ideale per sostituire Kim. Alla fine, anche lo scorso anno, con l’uscita di Koulibaly, sembrava che nessuno potesse sostituirlo. Il Napoli ha invece saputo fare una grande plusvalenza e giovarsi di un difensore più che all’altezza. Il club saprà avvalersi di uno scouting che ha già dimostrato, difatti, le proprie capacità. Con l’arrivo di un direttore capace come Mauro Meluso, poi, sono sicuro che il Napoli saprà operare al meglio sul mercato. Mi auguro, a tal proposito, che il Napoli possa optare anche per un giovane italiano da valorizzare”
Come si può competere con i club sauditi e le ricchissime proprietà arabe? “Il calcio arabo suppongo avrà lo stesso risultato ottenuto dal calcio cinese. Anche in Cina, così come fatto oggi dagli arabi, il 50% dell’ingaggio veniva messo su conto corrente ancor prima dell’arrivo del calciatore stesso. È stato un fenomeno durato soltanto pochi anni, non è un sistema sostenibile nel lungo periodo. Non nego il dispiacere nel vedere molti calciatori, anche dalle qualità importanti, guardare ai soldi. Ci vorrebbe anche un po’ di personalità ed amor proprio… Non si conoscono, d’altronde, neanche le garanzie che un calcio come quello saudita può garantire a giocatori ancora nel fiore della propria carriera. Un fuoco che credo sia destinato a spegnersi, considerato che alcune delle squadre della Saudi League fanno capo alla stessa proprietà. Andrebbe decifrato lo scopo principale di questi soggetti”
In un mercato tanto folle…La figura del procuratore, oggi, con tutti i soldi che circolano viene anche sminuita. In Arabia c’è già l’abitudine di sorpassare determinati ostacoli, contattando direttamente il calciatore o qualche personaggio a lui vicino. Oggigiorno, la figura dell’agente non è più quella del passato, quando un procuratore seguiva il proprio assistito a 360 gradi, sia sotto l’aspetto contrattuale che gestionale. Sono in pochi, oggi, a farlo. È una figura che, invece, nel calcio odierno viene a mancare, delineandosi come il gestore soltanto del lato economico, con tutte le disavventure di un calciatore che poi si vorrebbe accollare al procuratore stesso. È una deriva il cui demerito va riconosciuto ad alcuni presidenti che, nel tempo, hanno svilito la figura dell’agente. Ci sono presidenti, come quelli di una volta, che biasimano il ruolo del procuratore di un tempo e che cercano di risolvere i problemi del giocatore; ed altri che, al contrario, se ne sbattono”
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