Il mercato arabo mette nel mirino anche i giocatori del Napoli

Mega offerte dalla Saudi League: l’Al-Ahli propone al centrocampista 36 milioni per 3 anni

D opo aver girellato nei cieli e per i campi di mezzo mondo, “saccheggiando” questo calcio e pure quello che verrà, guidati dai droni o magari semplicemente dal richiamo del talento, gli arabi sono calati su Napoli: è facile innamorarsi di una città del genere, osservandola dall’alto; ed è ancora più semplice rimanere storditi, quasi anestetizzati, dando un’occhiata al Maradona, magari con gli highlight del recentissimo passato, che pure aiutano. Poi, se sia andata diversamente diventa persino un dettaglio: ma certo, a memoria, quando ancora quest’invasione non era ancora iniziata – o forse sì, però eravamo nella zona embrionale – la mossa subliminale evaporò nel nulla, anzi nel no di Luciano Spalletti. A pensarci bene, magari avevano l’idea di ricreare il Napoli da quelle parti, come fanno gli americani a Las Vegas con le bellezze italiane: the show must go on. Ed è continuato, in quelle febbrili intenzioni che sembrano diventare un dolcissimo virus tra danari e cammelli o quella storia lì.
Stavolta, direbbe Carosone se potesse, canta Napoli, Napoli petrolifera, perché Caravan Petrol attracca proprio qua, nel cuore di un’Italia sgargiante e futurista, che ha disegnato calcio ed arabeschi come nessun’altra, e son venuti con le tasche cariche di dollari per sedurre e far vacillare i campioni d’Italia: Mario Rui, il professore per Spalletti, ha ricevuto una telefonata – così dicono – da Sua Maestosità Cristiano Ronaldo, che all’Al-Nassr vuole compagnia affidabile, meglio ancora se di madre lingua, per ammazzare il tempo e vincere ancora. A 32 anni, dopo aver vinto uno scudetto con il Napoli, aver dimostrato non solo a se stesso di avere carattere, personalità e piede, chiunque si lascerebbe lusingare dinnanzi ad un’offerta destabilizzante: legittimo che ci pensi Mario Rui e forse, vai a capirlo questo calcio, forse anche che rifletta Zielinski, che il deserto spesso l’ha costruito intorno a sé con una finta, un doppio passo, una veronica. Piotr Zielinski ha un contratto che scade tra un anno e una proposta choc da trentasei milioni sino al 2026: l’A-Ahli gli offre piedi buoni al fianco, quelli di Ruben Neves per esempio, sfiderebbe non solo CR7 e Benzema e Brozovic ma anche Ospina che sta all’Al-Nassr e Koulibaly, che ha appena voluto dare una svolta alla propria carriera andandosene all’Al-Hilal. Il Napoli osserva, forse senza disperarsi, perché i venticinque milioni che rappresentano il prezzo della (presunta) sofferenza, arriverebbero al volo, praticamente quasi senza trattare, evitando di entrare in un duello dialettico stressante con Claudio Lotito, che vorrebbe accontentare Sarri con un figliol prodigo ma a cifre più basse.
In Arabia, alla Saudi Pro League, certi problemi non li hanno né se li creano, e Zielinski è diventato un poster da regalarsi. Ma questo calcio così vorace, bulimico, sa essere pure inarrestabile: in Messico hanno spiegato che Lozano ha non uno, non due, forse tre pretendenti, può scegliere dove alloggiare. Dev’essere questa prospettiva, intrigante pure per il Napoli, che ha spinto De Laurentiis ad un pubblico aut aut attraverso i microfoni di Espn: «Non credo che Hirving sia stupido e quando arriverà il momento di incontrare il suo allenatore e di essere in ritiro, capirà cosa sia meglio: se prolungare il contratto o provare altre esperienze». A Castel Volturno, stamani, cominciano i test: senza dishdasha e senza kefiah.  Fonte: CdS

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